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Mosca sfila mezzo miliardo a Unicredit

Congelati conti e immobili per 463 milioni nella causa intentata dal gruppo RusChemAlliance

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Disavventura russa per Unicredit. Una Corte di San Pietroburgo ha posto sotto sequestro conti e proprietà di Piazza Gae Aulenti in Russia per un valore di circa 463 milioni di euro. La decisione è stata presa su istanza della RusChemAlliance, una joint venture per la produzione di gas naturale liquefatto partecipata da Gazprom, e RusGazDobycha. Il contenzioso si origina sul mancato rispetto, secondo la società russa, di un contratto del 2022 per la costruzione di un impianto per il trattamento del gas nelle vicinanze di San Pietroburgo commissionato alla tedesca Linde. Nel 2022 le controparti europee hanno cercato di rescindere l’accordo in quanto le sanzioni nei confronti di Mosca da parte dell’Ue avrebbero reso impossibile proseguire i lavori, anche e soprattutto dal punto di vista finanziario. Le banche finanziatrici erano, infatti, impossibilitate a operare.
Da lì ne è scaturita la causa non solo contro Linde, ma anche contro gli istituti che, oltre al gruppo guidato da Andrea Orcel, comprendono pure Deutsche Bank, Commerzbank, Bayerische Lb e Landesbank Baden-Württemberg. Nonostante il tentativo di Linde di adire una corte di arbitrato a Hong Kong per congelare il ricorso, la Russia ha avocato a sé la giurisdizione del caso sulla base delle proprie leggi.
Di qui la scelta di RusChemAlliance di presentare un’istanza presso la Corte commerciale di San Pietroburgo e per la regione di Leningrado nei confronti di Unicredit Bank Ag oltre che verso gli altri istituti a cui veniva contestato di non avere onorato le garanzie a fronte della rescissione unilaterale del contratto per la costruzione dell’impianto, rifiutandosi di effettuare pagamenti alla società russa perché avrebbero potuto violare le sanzioni. È così scattato il sequestro cautelare nei confronti di Unicredit Russia e Unicredit Bank Ag (la controllante tedesca della filiale russa) sulla base di un petitum in linea capitale di 444 milioni di euro. Tra gli asset sequestrati ci sono titoli, proprietà immobiliari e fondi, incluse le partecipazioni in UniCredit Leasing Llc e UniCredit Garant Llc. A queste ultime è stato inoltre vietato di alienare proprietà il cui valore contabile sia superiore al 5 per cento degli asset in bilancio. Sulla stessa vicenda si era già espresso una decina di giorni fa un tribunale di Londra, foro competente in base al contratto di garanzia, che aveva rimandato la questione a un arbitrato a Parigi. In ogni caso, gli accantonamenti di Unicredit relativi al business russo sono molto cospicui e, quindi, il sequestro cautelare non ha impatto. «Il provvedimento non tocca quindi Unicredit Russia nella sua totalità. La vicenda sarà oggetto di ulteriori analisi e monitorata con attenzione», si fa sapere Piazza Gae Aulenti.
La decisione improvvisa, tuttavia, assomiglia a una ritorsione, come quella scattata nei confronti di Ariston Thermo con la nazionalizzazione del suo impianto di San Pietroburgo.

Il ministero degli Esteri sta, quindi, seguendo il caso, hanno fatto sapere fonti della Farnesina secondo cui anche questa disputa verrà affrontata nella riunione immediatamente convocata lunedì prossimo del «tavolo Russia», attivato dal ministro Antonio Tajani con le aziende e le istituzioni impegnate nel mercato russo. «Vogliamo tutelare le nostre imprese»aveva detto il ministro durante la prima riunione. La notizia, diffusa poco prima della chiusura di Borsa, non ha impattato sul titolo che ha limato lo 0,1%.

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