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Contro gli ayatollah e pro Hamas: dal Concertone il cortocircuito dei "buonisti"

Boato dei buonisti in sostegno di Toomaj Salehi al Concertone di Roma: il rapper è stato condannato a morte dagli ayatollah per aver difeso le donne. Ma sono coloro che sostengono Hamas, sostenuto a sua volta dai buonisti

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Flop o non flop, il Concertone del primo maggio di Roma è stato forse uno dei meno partecipati di sempre. Certo, la pioggia non ha aiutato durante le prime ore dello spettacolo, ma anche il parterre di ospiti sul palco non è stato quello delle grandi occasioni. Sono lontani i tempi in cui gli artisti sgomitavano per esserci, ora al massimo, se non hanno altri impegni, danno il loro consenso. In tanti si aspettavano che dal palco ci sarebbero stati i proclami visti sul palco del festival di Sanremo, contro Israele e pro Palestina, ma a fronte delle assunzioni di responsabilità chieste dalla Rai, nessuno ha avuto il coraggio. Perché è sempre facile fare i rivoluzionari con le spalle coperte, meno quando ci si deve assumere le responsabilità.

Ma al di là di questo, c'è un altro elemento che spiega bene quale sia il cortocircuito della sinistra attuale, sia politica che civile. Noemi e Ermal Meta, che erano i conduttori, e Tananai insieme ad altri cantanti che si sono esibiti, hanno portato sul palco la solidarietà al rapper iraniano Toomaj Salehi, condannato a morte dal regime degli ayatollah. La sua unica colpa? Aver scritto dei testi in difesa delle donne iraniane, ormai da anni in rivolta contro l'obbligo di indossare il velo e contro le conseguenze delle trasgressioni di questa imposizione. Ecco, per inciso, quello di Salehi è coraggio. Per questo coraggio, ora il rapper verrà giustiziato, se la comunità internazionale non riesce a mobilitarsi in qualche modo. Ucciso come lo sono state Mahsa Amini e Nika Shakarami, che protestavano contro gli ayatollah, il velo e la polizia morale.

Di queste donne, dopo un primo impulso, si parla sempre troppo poco in Italia. Così come si parla poco della sottomissione di cui è simbolo il velo islamico nella maggior parte dei casi. Ma il punto qui è un altro. Il punto è che i "compagni" che alzano la voce contro Israele, che difendono (ma senza il coraggio di ammetterlo) Hamas, sono gli stessi che ora gridano libertà, legittimamente, per Salehi. Ma a voler morto il rapper iraniano, per il quale c'è stato un boato al Circo Massimo durante il Concertone, sono gli stessi che finanziano Hamas: sono gli ayatollah ad aver fornito al gruppo terroristico palestinese, che loro chiamano "resistenza", armi e soldi per l'attacco brutale in Isarele il 7 ottobre, e non solo. Tutto questo dimostra che la sinistra civile dei buonisti è fondamentalmente ignorante, perché ignora completamente la verità fattuale, si scrive e interpreta la storia e l'attualità a suo piacimento e si muove solamente per ideologia ed emulazione.

E così si creano i cortocircuiti.

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