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Bridgerton, ecco perché la terza stagione è la migliore

Abbiamo visto in anteprima gli episodi della prima parte della terza stagione di Bridgerton: ecco la recensione

Bridgerton, ecco perché la terza stagione è la migliore

Sono passati due anni dalla distribuzione della seconda stagione di Bridgerton, la fortunata serie Netflix prodotta da Shonda Rhimes e tratta dalla serie di romanzi firmati da Julia Quinn. Un'attesa molto lunga per gli appassionati della serie in costume, che hanno potuto "consolarsi", lo scorso anno, con la miniserie La regina Charlotte, che rappresenta un prequel per la serie originale. Tuttavia è finalmente arrivato il momento di tornare all'interno della storia principale e dopo aver raccontato la storia di Dafne Bridgerton (prima stagione) e Anthony Bridgerton (seconda stagione), la serie regency racconta la storia d'amore tra Colin Bridgerton (Luke Newton) e la sua migliore amica Penelope (Nicola Coughlan). La serie è tratta non dal terzo libro della saga (dal titolo La proposta di un gentiluomo), ma dal quarto, che si intitola Un uomo da conquistare. Una modifica che si è resa necessaria a causa dei cambiamenti che la serie ha dovuto fare nei confronti del materiale d'origine. La prima parte della terza stagione debutterà il 16 maggio, mentre bisognerà attendere il 13 giugno per i quattro episodi finali.

Bridgerton 3, la trama: dove eravamo rimasti

La seconda stagione di Bridgerton si era chiusa con numerosi nodi giunti al pettine. Dopo una stagione mondana disastrosa, Eloise (Claudia Jessie) aveva scoperto che Lady Whistledown, la nota pettegola dell'alta società londinese, non è altri che la sua migliore amica Penelope (Coughlan). Sentendosi delusa e tradita dalla persona di cui si fidava maggiormente, Eloise prende le distanze da Penelope che, nel frattempo, rivede l'amato Colin, appena rientrato dai suoi viaggi. Peccato che la ragazza lo sente vantarsi del fatto che non corteggerà mai e poi mai una donna come Penelope. La terza stagione prende il via proprio da qui.

Al suo terzo anno in società e senza alcuna possibilità di ricevere una proposta di matrimonio, senza più la migliore amica al proprio fianco, Penelope decide di cambiare acconciatura e abbigliamento. Ora che il futuro del titolo dei Featherington è in mano alle acide sorelle, Penelope vuole trovare un marito a ogni costo, per avere la sua libertà. E sarà proprio Colin ad aiutarla a ottenere questo risultato. Peccato che il brillante Bridgerton cominci ad essere geloso quando Penelope si avvicina a un pretendente (Sam Phillips). Intanto la famiglia Bridgerton è alle prese con il debutto in società di Francesca (Hannah Dodd), che preoccupa soprattutto Lady Violet (Ruth Gemmell), che accetta l'aiuto di Lady Danbury (Adjoa Andoh) per cercare di attirare l'attenzione della regina (Golda Rosheuvel).

Il ritorno del romanticismo

Sin dal suo debutto, Bridgerton è stato capace di attirare l'attenzione degli spettatori e di convincerli a lasciarsi sedurre dalla storia dei componenti di una famiglia nobile. Una storia che non aveva pretese se non quello di intrattenere, con storie d'amore "da favola", vestiti variopinti e leggeri, colori pastello e canzoni pop trasformate in sonate classiche. Inoltre la serie creata da Shonda Rhimes è sempre stata intelligente nel proporre un archetipo a ogni stagione. Nella prima stagione, quella che raccontava la storia di Simon e Dafne, a farla da padrone era lo stereotipo del "finto fidanzamento", mentre la seconda stagione, quella dedicata al futuro visconte, giocava molto sulla dinamica capace di trasformare i nemici in amanti. La terza stagione, infine, da una parte racconta l'amore che può nascere tra due persone che sono sempre state amiche, ma allo stesso tempo rappresenta un arco di crescita e trasformazione per la protagonista. E questo elemento è ciò che rende la terza stagione di Bridgerton la migliore tra quelle prodotte finora. Se nelle prime due stagioni tutto era concentrato soprattutto sulla nascita di una storia d'amore, con scene erotiche più o meno esplicite fatte per cavalcare l'onda della cosiddetta "moda spicy", la terza stagione sembra sottolineare l'importanza di costruire i personaggi prima ancora che la loro relazione. Da una parte, dunque, abbiamo Penelope, una donna che non rispecchia gli standard estetici della società e che nessuno sembra volere. Una donna che ha vissuto sempre sotto le decisioni della madre e che decide di afferrare la sua libertà, partendo anche solo dalla possibilità di scegliere da sola il colore dei suoi abiti o il modo di acconciare i capelli. Dall'altra c'è Colin che non è più solo il ragazzino gentile, ma un uomo temprato dai viaggi e dalle esperienze, che scopre un'ambizione inaspettata e che pian piano si rende conto della natura dei suoi sentimenti e della superficialità del mondo che frequenta. Tanto Penelope quanto Colin sono personaggi in fieri, che stanno imparando a conoscere se stessi e che cercano la rassicurazione di una mano e di uno sguardo amico, anche se questo significa tacere sulle proprie emozioni o rimanere svegli di notte, divorati dai dubbi e dalle paure. Da questo punto di vista si può senz'altro dire che la terza stagione di Bridgerton si appropria di nuovo del termine ''romanticismo'': i protagonisti della storia devono fronteggiare le proprie debolezze, smarriti in tutto ciò che di non detto esiste tra di loro. Non c'è più la corsa alle scene erotiche a ogni costo, né l'avvicinamento quasi obbligato tra due personaggi diversi. C'è invece un lento avvicinarsi, come se la storia di Penelope e Colin fosse davvero una danza, un balletto di cui i due giovani devono ancora imparare bene i passi.

In definitiva, dunque, la terza stagione di Bridgerton piacerà a chi è già fan della saga, perché ripropone schemi e stilemi che hanno già avuto successo in passato, ma può essere una bella sorpresa anche per gli scettici, perché c'è anche una bella trama piena di spunti di riflessione a sostenere la storia d'amore che rimane al centro del racconto.

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