Calcio

Fair play Inter: Barella e Calhanoglu fermano gli insulti contro Theo Hernandez

Lunedì notte vicino a Piazza Duomo i due interisti fermano la folla che stava intonando un coro ingiurioso nei confronti del terzino del Milan. Episodi del genere, però, sono molto comuni nelle feste scudetto

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Conquistare i punti necessari per lo scudetto della seconda stella proprio in casa dei cugini era il sogno proibito dei tifosi nerazzurri. Ovvio che, dopo il 2-1 a San Siro, qualcuno di loro si sia lasciato andare a qualche insulto di troppo, continuando la lunga tradizione di screzi e sfottò tra le due sponde del Naviglio. Notevole il fatto che a porre fine a questi cori ingiuriosi lanciati contro Theo Hernandez siano state due stelle dell’Inter, Nicolò Barella e l’ex Hakan Calhanoglu. Un bel gesto che ha evitato di scrivere un nuovo capitolo nella lunga storia della rivalità tra le milanesi.

“Non esageriamo”

L’episodio è avvenuto a tarda notte, quando il centro di Milano era invaso dal popolo nerazzurro in festa. Alcuni giocatori dell’Inter si erano riuniti su un balcone vicino a Piazza Duomo, epicentro della torcida interista e sono stati ben lieti di farsi avanti per festeggiare con i propri tifosi. Tra i più esagitati, due dei vertici della mediana nerazzurra, Barella e Calhanoglu, con l’ex centrocampista del Cagliari che addirittura aveva un megafono in mano. Vista l’atmosfera di grande festa, alcuni tifosi dell’Inter hanno iniziato ad intonare cori sempre meno urbani, giungendo a prendersela contro uno dei baluardi del Milan, Theo Hernandez.

Il terzino rossonero, espulso nel finale di partita per la rissa con il nuovo entrato dell’Inter Denzel Dumfries, è da sempre poco amato dalla curva nerazzurra ma quando alcuni tifosi hanno iniziato a dargli del “figlio di put...a”, i colleghi dell’Inter non ci sono stati. Il centrocampista sardo smette di far festa, si ferma e fa ampi gesti con le braccia per invitare i tanti tifosi riuniti sotto il balcone a smetterla di insultare gli avversari. Calhanoglu, ex con il dente sempre avvelenato per la fine dell’esperienza a Milanello, fa lo stesso: così non va bene, non esageriamo. Quando sul balcone si presenta Dumfries, Barella prende il megafono e cambia le parole del coro, dedicandolo al compagno di reparto olandese. Niente più insulti, spazio solo per la festa. Tutto è bene quel che finisce bene.

Una storia piena di screzi

Le feste scudetto sotto la Madonnina sono spesso testimoni di episodi che arricchiscono le radici dell’odio tra le due squadre di Milano. L’ultima volta era successo due anni fa, quando sull’autobus scoperto del tripudio rossonero era spuntato uno striscione decisamente poco cortese diretta ai poco amati cugini. La frase preparata da alcuni tifosi ironizzava sul fatto che l’Inter, arrivata alle spalle del Milan di Pioli, aveva comunque vinto la Coppa Italia. Secondo questi tifosi, il trofeo se lo sarebbero dovuti mettere dove non brilla il sole. Lo striscione ingiurioso esposto da Mike Maignan e Rade Krunic aveva causato l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Figc per violazione dell’articolo 4 del Codice di giustizia sportiva ma non era stato l’unico incidente diplomatico. Famoso lo striscione con la foto di Inzaghi e la scritta “Spiaze”.

In realtà quell’episodio ricordava un evento simile successo quindici anni prima, quando lo scudetto dell’Inter di Mancini arrivò nello stesso anno della vendetta del Milan di Ancelotti sul Liverpool in Champions League. In quell’occasione, Massimo Ambrosini fu ben lieto di esporre uno striscione con scritto “lo scudetto mettilo nel c…”, evento che la tifoseria nerazzurra ancora non perdona al campione del mondo. La storia del derby è piena di episodi del genere, schermaglie, sfottò anche crudeli ma una sana rivalità non deve mai trascendere la buona educazione.

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Qualche anno dopo, in un’intervista concessa a Il Giornale, Ambrosini ammise di aver sbagliato. Quando gli fu ricordato che era il giocatore più odiato dagli interisti, il centrocampista rispose Dovevo aspettarmelo, avevo fatto una boiata, non potevo sorprendermi dell’ostilità. Lo rifarei? Se dico che è stata una boiata, la risposta è conseguente: no”.

La speranza di tutti è che il fair play dimostrato da Barella e Calhanoglu faccia scuola.

Considerato il livello di astio tra le tifoserie, però, non ci scommetterei un centesimo.

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