Cronaca locale

Arabi al Piermarini? Tra altolà e dubbi «volano gli stracci»

Mimmo di Marzio

L'ombra della mano araba sulla Scala, spettro paventato da un'interrogazione parlamentare firmata dal senatore Maurizio Gasparri, ha acceso la miccia ad una polveriera che ha già fatto i primi botti. All'altolà del forzista che mette in guardia contro la proposta di ingresso nel cda del Piermarini di un Paese, l'Arabia Saudita, «nemica dei diritti umani», hanno fatto già eco altre voci del mondo istituzionale e musicale. L'intervento più duro e categorico è arrivato dal presidente della Commissione Diritti Umani del Parlamento Europeo Antonio Panzeri che ha parlato di «schiaffo alla Milano dei diritti». La città, ha tuonato l'eurodeputato, «ha appena ospitato una grande manifestazione contro il razzismo e in favore dei diritti: sarebbe paradossale ora aprire le porte ai sauditi». Al Parlamento Europeo, ha continuato Strasburgo, «stiamo facendo tanto per fare pressione contro il governo di Mohammed Bin Salman, e auspico che anche il cda e il sovrintendente Alexander Pereira stiano dalla nostra parte e rifiutino l'ipotesi, perché la scelta dei partner non può prescindere dal rispetto della dignità e dei diritti delle persone». Sulla questione, va oltre il finanziere musicologo Francesco Micheli, già presidente del Festival MiTo e membro del Cda Scala: «Non va dimenticato che l'Italia è il paese che ha inventato il melodramma e che la Scala è il primo teatro del mondo per l'interpretazione di questo genere. Ora, dopo 15 anni di gestione in mano agli stranieri, prima un francese e oggi un austriaco, è il momento di tenerne conto». Meno «sovraniste» le posizioni delle autorità milanesi. «Ci sarà una riunione il 18 di marzo a quel punto il sovrintendente ci rappresenterà quello che offrono e quello che chiedono e si deciderà», ha precisato il sindaco Sala che però avverte: «C'è la necessità di essere totalmente trasparenti rispetto alla provenienza dei fondi e agli obiettivi e che non si tratti di un finanziamento puro». Perché, secondo il sindaco «sarebbe positivo se l'ingresso dell'Arabia Saudita fosse l'occasione di rinforzare l'immagine della Scala nel Medioriente e nel mondo. Se fosse un puro finanziamento non credo funzionerebbe».

Lapidario sulla questione il governatore della Lombardia Fontana: «Credo che prima di fare polemiche si debba arrivare a una scelta e non è stata fatta nessuna scelta».

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