Cultura e Spettacoli

Monet "celo", Manet manca Le figurine dei capolavori

Monet "celo", Manet manca Le figurine dei capolavori

«B otticelli celo, Gauguin manca». No, non si tratta degli ultimi acquisti del mercato calcistico invernale, un rinforzo per la Fiorentina o un francese con esperienze transoceaniche. Sono proprio loro, alcuni dei giganti della storia dell'arte trasformati in figurine dal divertente e assai istruttivo progetto Artonauti, l'album di figurine in edicola dal 15 marzo, pensato in particolare per i bambini dai 7 agli 11 anni. Che tra arte e calcio il connubio sia possibile, peraltro, non lo dimostrano solo le prodezze di Cristiano Ronaldo o di Lionel Messi: la storia ricorda che la celeberrima icona della rovesciata di Carlo Parola venne disegnata per Panini dall'allora giovanissimo Wainer Vaccari, divenuto poi un affermato pittore.

Artonauti. Le figurine dell'arte ha innanzitutto un nobile scopo didattico, proprio quando molto si discute a proposito dell'insegnamento della storia dell'arte nelle nostre scuole. Considerando che siamo in Italia andrebbe potenziata e invece c'è chi vorrebbe addirittura sopprimerla. Polemiche a parte, plauso a Daniela Re, maestra nella scuola primaria, e a Marco Tatarella, alla guida di una casa editrice per l'infanzia, che insieme hanno fondato Wizart e vinto il bando lanciato da Fondazione Cariplo, convinti sostenitori che l'arte debba essere un linguaggio alla portata di tutti, che il gioco di scambiare e attaccare figurine sia un sistema sempre valido e che i bambini, interagendo, siano spinti all'apprendimento più che nel soliloquio dei loro smartphone.

Non è certo la prima volta che si sente parlare di didattica, termine che spesso evoca i soliti laboratori dove si pratica tanto la libera creatività e meno l'apprendimento culturale, un sistema ben poco evoluto nei decenni ed eredità di una scuola «spontaneista» decisamente superata dagli eventi. Artonauti, invece, punta sulle nozioni in forma di disegni e vignette, presentate in ordine cronologico: si parte dalla preistoria e si arriva a Van Gogh, peccato gli autori non si siano spinti oltre, più vicini ai nostri giorni, che sarebbe stato molto interessante spiegare ai bambini Duchamp o Piero Manzoni, Pollock o Jeff Koons, uscendo così dal consueto stereotipo dell'artista romantico e dal pregiudizio secondo il quale l'arte contemporanea sarebbe troppo difficile. E invece non è vero.

L'album ha 64 pagine, 28 illustrazioni, 65 opere descritte in 216 figurine. E poi racconti, quiz, esercizi per mandare a memoria ciò che si è visto. Pretesto narrativo per attirare l'attenzione dei più piccoli, con una grafica tondeggiante e molto semplificata, le vicende di due bambini e un cane, gli Artonauti appunto, una sintesi tra il mio degli Argonauti e gli esploratori del futuro, a spasso nel tempo della storia dell'arte.

Un ripasso che sarà utile anche ai genitori, giusto per ricordare la propensione ingegneristica di Leonardo e il suo concetto di uomo vitruviano, il caratteraccio di Michelangelo alle prese con il Giudizio, il metodo fotografico di Canaletto, Artemisia prima donna pittrice, Parigi città dell'arte ai tempi dell'impressionismo. A proposito di genitori, un'operazione «vintage» forse più intrigante per loro che non per i piccoli nativi digitali, abituati a ben altro stile grafico, del tutto ignari del profumo di colla e di come si attaccano gli adesivi. A differenza di noi adulti, i bambini di oggi non subiscono il fascino delle edicole, nessuno chiede più in regalo un giornalino, una rivista, un album; persino i Calciatori Panini, la cui uscita era agognata ai tempi della mia infanzia, toccano la nostalgia di noi grandi che ancora ci commuoviamo con le storiche raccolte degli anni '70 e '80.

Però i progetti controcorrente mantengono quel fascino sconosciuto alle cose troppo ovvie, e il fatto che per innovare ci si debba riferire ancora una volta al passato è questione da fare riflettere chi ha troppa fretta di buttare via le cose vecchie, soprattutto quelle di carta.

Luca Beatrice

Commenti