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Napoli, conti in rosso. E Ancelotti sotto processo

Meno 16 dalla Juve, meno 13 rispetto a Sarri. Il tecnico deve gestire anche la crisi di Insigne

Napoli, conti in rosso. E Ancelotti sotto processo

Marcello Di Dio

Da ore in molti si interrogano sul caso Meret, che ha spaccato in due opinionisti e moviolisti. Quel rosso al portiere del Napoli, che ha cambiato la storia di una notte piena di rimpianti per gli azzurri, a Carlo Ancelotti continua a non andar giù. «Situazione controversa, era un fallo da rivedere al Var», il commento dell'allenatore di Reggiolo. Che è poi quello che si sente in giro per la città nell'amaro day after. Sui social il dibattito è vivo, ma non vengono risparmiate critiche al tecnico per alcune scelte sbagliate durante la gara con la Juve. Qualcuno evoca addirittura il Napoli di Sarri, ritenuto migliore di quello attuale. «L'allenatore dovrebbe spiegare perchè la squadra ha 13 punti in meno dell'anno scorso», una delle frecciate più velenose. Persino il cambio di Milik dopo l'espulsione di Meret viene ritenuto «un segno di resa imbarazzante e non certo una genialata».

Ancelotti pensa ad applaudire i suoi e guarda avanti: il rammarico per il risultato negativo è compensato in parte dalla bella prestazione offerta dagli azzurri soprattutto nel secondo tempo. «Continuiamo a crescere, nemmeno io mi aspettavo di mettere sotto in questo modo la Juve, se non altro dal punto di vista del gioco. Tenendo conto della nostra prestazione il distacco in classifica non è realistico». L'amarezza di una notte incompiuta aiuta però il tecnico a far passare il messaggio che prima o poi questa squadra - già evolutasi tecnicamente nell'epoca Sarri - arriverà a vincere qualcosa. Magari già a maggio quell'Europa League diventata la missione del Napoli, anche per accrescere la dimensione internazionale del gruppo, a cui tiene molto il patron De Laurentiis.

Per ora resta la poca concretezza in zona gol, al di là dei tanti pali colpiti (sono già 21 dall'inizio della stagione, un record in Europa), il principale limite del Napoli specialmente in campionato. La squadra deve fare un salto in avanti anche nella mentalità e nella gestione delle gare. L'ultimo passo è legato alla cura dei particolari: il marchiano errore di Malcuit e quello finale di Insigne dal dischetto sono le immagini più sfocate di una gara persa immeritatamente, se rapportate al cinismo della Juve. «Il rigorista designato era Lorenzo, poi tutti possono sbagliare», la difesa di Ancelotti.

Ma il nuovo capitano è sicuramente un problema per il Napoli attuale: stagione fantastica nei primi tre mesi, poi l'oblio sia realizzativo che di prestazioni. La prima contro i bianconeri con la fascia al braccio l'aveva immaginata molto diversa, invece è arrivato l'errore dagli undici metri sotto la Curva B. Al fischio finale ha chiesto scusa in lacrime ai tifosi, ma il San Paolo lo ha applaudito. Tra un mese passerà sotto l'ala protettiva del potente Mino Raiola e l'essere diventato capitano allontana gli spettri di un divorzio dal Napoli, da molti paventato. La cura? Tornare al gol al più presto, magari già giovedì in Europa.

La prima delle notti magiche che gli azzurri sperano siano numerose.

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