Controcultura

1967: le "voci" nella testa sussurrano a Brian Wilson le sue canzoni migliori

Esce un album doppio che raccoglie le tracce di quell'anno fantastico per i Beach Boys

1967: le "voci" nella testa sussurrano a Brian Wilson le sue canzoni migliori

Nel 1967, Brian Wilson sente le voci. La voce di Chuck Berry, che lo rimprovera per l'inutile orchestra reclutata per le incisioni dei Beach Boys. La voce del mitico produttore Phil Spector, che lo irride: «Brian scordati di scrivere una canzone come le mie You've Lost That Lovin' Feeling o Be My Baby, non ci provare neanche». La voce di suo padre, un uomo e un manager severo fino alla crudeltà, che lo rimprovera: «Brian che problema hai? Sei un debole?». Queste sono le voci conosciute, quelle normali. Poi ci sono le voci sconosciute, che lo minacciano: «La tua musica fa schifo, Brian. Rimettiti a lavorare, Brian. Stai scoppiando, Brian. Siamo venuti per te, Brian. Questa volta ti ammazziamo, Brian». Le voci tornano quasi tutti i giorni e quando non tornano è come se lo facessero, perché Brian è in preda alla paura di udirle da un momento all'altro.

Difficile in queste condizioni portare a termine SMiLE il disco col quale i Beach Boys vogliono superare la creatività dei Beatles. Nulla da fare, la «sinfonia di un adolescente per Dio» resta nella testa di Wilson e in una lunga serie di registrazioni incompiute. Il progetto di SMiLE, avviato nel 1966 come seguito del capolavoro Pet Sounds, l'album che ha suggerito a Paul McCartney l'idea di Sgt Peppers Lonely Hearts Club Band, viene abbandonato all'inizio dell'anno successivo. Il colpo a vuoto rischia di incrinare per sempre la salute di Wilson, che in sostanza non si è mai ripreso dall'esaurimento nervoso del 1964, quando sul volo per Houston è stato vittima di un attacco di panico seguito da un blackout mentale. Il recupero è complicato dall'uso di acido lisergico e da cure forse ancora più debilitanti della droga.

Nel 1967, i Beach Boys però hanno obblighi contrattuali da rispettare. In primavera esce Smiley Smile, una cosa diversa da SMiLE, nonostante Wilson ripeschi qualche brano, incidendolo di nuovo. Il disco è un insuccesso. Ma il 1967 è soltanto all'inizio. Partito rovinosamente, finisce in gloria, almeno dal punto di vista artistico e delle vendite. Nel giro di qualche mese, i Beach Boys incidono un disco dal vivo alle Hawaii, poco convinti; lo risuonano in studio senza pubblico; accantonano tutto e pubblicano invece Wild Honey, un album scritto e registrato a tempo di record. Già che ci sono producono un discreto numero di brani, incluse rivisitazioni di SMiLE e Smiley Smile, destinate a rimanere in archivio fino a quest'anno. Esce ora infatti Sunshine Tomorrow, doppio cd che include tutte le incisioni del 1967 incluse alcune versioni inedite dei brani di Smiley Smile (anche se SMiLE e Smiley Smile sono già stati oggetto di box e ristampe arricchite). L'ascolto lascia stupefatti. Come Wilson, questa volta con un piccolo aiuto della band, potesse scrivere un capolavoro come Wild Honey mentre ascoltava le voci, è uno dei tanti misteri di questo musicista straordinario. Messe da parte le cose complicate di SMiLE, i Beach Boys puntano al semplice rock contaminato con il soul. Peccato che questo semplice sia in realtà così difficile per lo standard della musica pop da risultare probabilmente fuori dalla portata di quasi tutta la concorrenza. Melodie perfette, armonie angeliche, canzoni stringate, scaletta senza punti deboli. E per fortuna che Wild Honey è un disco minore, fatto di corsa... Il pubblico apprezza, anche se i Beach Boys non sono più un gruppo da surf, e spedisce due canzoni in cima alle classifiche (Wild Honey e Darlin').

Mentre i brani salgono, Wilson sprofonda in una bizzarria che fa sempre più rima con pazzia. Negli anni successivi si affida alle cure di Eugene Landy. Uno psichiatra dai metodi non ortodossi. Ci vorrà un processo, e il ritiro della licenza a Landy, per allontanare il medico da Wilson, completamente succube. Ha detto il musicista: «La Storia è piena di tiranni che controllano interi Paesi. Landy era un tiranno che controllava una persona, e quella persona ero io. Controllava dove andavo, cosa facevo, chi frequentavo, cosa mangiavo. Mi spiava e mi faceva spiare. Mi urlava in faccia. Mi riempiva di farmaci per confondermi ancora di più. Se per aiutare una persona, ne cancelli la personalità, che tipo di lavoro hai fatto? Beh, non so come definirlo, ma di certo Landy ha fatto quel tipo di lavoro su di me». Liberatosi da Landy, Wilson riprende lentamente la sua carriera, ultimando l'ormai leggendario SMiLE, circa quarant'anni dopo il suo concepimento, e tornando sul palco da solo e con i Beach Boys.

Le voci ci sono ancora. Ma Brian Wilson è riuscito a convivere con la sua follia, come ha raccontato nella sua autobiografia. Quando le voci si fanno vive, cerca l'aiuto di sua moglie. Se lei non c'è, esce e di solito una passeggiata lo calma. Il peggio avviene sul palco, quando le voci diventano così forti da coprire la musica.

Ma la sinfonia per Dio non si arresta più.

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