Alla 3Tre uno slalom nel mito di Bruno Detassis

Rolly Marchi

Come non pensare, quando il 12 dicembre a Madonna di Campiglio si terrà la 55ª edizione del 3Tre (Slalom maschile di coppa del mondo di sci), a uno dei suoi fondatori, il mitico Bruno Detassis? Così, per onorarlo, sarà allestita una grande festa anche se lui, a 95 anni, non potrà partecipare. Lo ricordo per tante ragioni, non ultima questa della gara, perché è stato lui, maestro di sci oltre che guida alpina, a governare la preparazione della pista in modo esemplare quando ancora non c'erano i cannoni e nemmeno i cosiddetti «gatti delle nevi» a renderla levigata.
Bruno oggi è cieco, come lo fu negli ultimi anni la sua adorata moglie, Nella, occhi di cobalto e anche lei maestra di sci, che ci ha lasciati pochi anni orsono. Bruno è stato un alpinista di classe, coscienzioso fino allo scrupolo, capo cordata per elezione. Ricordo che le sue prime ascensioni ante guerra fecero la storia del Gruppo di Brenta con due spettacolari sesti gradi come la parete est della Brenta Alta e la Via delle guide sul Crozzon. Poi ce ne fu una sulla Tosa con Giorgio Graffer ma in quel caso, molto onestamente, Bruno non volle la paternità: «Quel giorno andò lui da primo». Va anche ricordato il milanese Ettore Castiglioni che aveva scelto in Bruno la perfezione del suo capo cordata.
Ero ragazzo, Bruno lo guardavo sempre con ammirazione e un po' di soggezione. Era stato chiamato «re del Brenta»... Le nostre case a Trento erano frontali poi andò in guerra e l'8 settembre '43 fu internato in Germania. Nel '45 i prigionieri tornarono a Trento. Un giorno stavo in piazza Italia e vidi avanzare una sorta di scheletro di colore giallo con abito consumato. Aveva una valigia, si fermò in mezzo alla piazza e sedette sul terreno, poi fece un lento giro come se le gambe tese fossero le lancette di un orologio. Lo riconobbi, lo avvicinai: «Ho l'itterizia - mi disse - tu sei Rolando, hai notizie dei miei, mio papà, la Nella?», lo tranquillizzai e da un suo cenno capii che dovevo aiutarlo ad alzarsi. Mi ringraziò e si allontanò. Fui contento di essere stato il primo a dargli il bentornato. In alcuni mesi tornò a essere Bruno Detassis, a Madonna di Campiglio e sulle sue pareti. Ha gestito il rifugio Brentei per quarant'anni e per il suo ottantesimo salirono a onorarlo i tenori delle cime del celebre Coro della Sat guidati da Reinhold Messner. Cinque anni fa mi confidò di essere pronto a uscire di scena ma il suo fisico è stato più forte del suo pensiero.

Fra due settimane andrò a fargli visita con una buona bottiglia di rosso.

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