Cronaca locale

Prima della Prima

La “Prima della Scala” è la Notte dell’opera. Gran serata, gran vetrina e proprio per questo adorata e/o biasimata: dipende dall’uso che se ne fa...

Prima della Prima

La “Prima della Scala” è la Notte dell’opera. Gran serata, gran vetrina e proprio per questo adorata e/o biasimata: dipende dall’uso che se ne fa. Accende aspettazioni, curiosità, febbri e ansie (per chi cura l’evento, sicuramente). Con i suoi pregi e difetti, rimane il nostro concerto di capodanno, la nostra serata degli Oscar, la serata cultur-glam. È l’evento del «c’ero anch’io», un’occasione di parata sociale. E pazienza se - a dirla tutta - dell’opera in scena non te ne importa nulla. Se non c’eri, ahi... allora è segno che le tue quote – forse - sono in calo. Salvo che, viceversa, tu viva il tuo momento zen e dunque nulla importa delle parate.

La Prima è tutto ciò da mezzo secolo ormai. Le ultime edizioni, a esser franchi, non hanno brillato come altre in tema di presenze di V-ere I-mportanti P-ersone. Sono lontani i tempi in cui per il Sant’Ambrogio scaligero si mobilitavano le Grace Kelly, Ava Gardner, Liz Taylor. O teste incoronate: dalla regina Elisabetta alla potentissima moglie (una delle quattro) dell’emiro del Qatar.

È dal 1951 che la prima si festeggia il 7 dicembre. Così volle il direttore d’orchestra Victor De Sabata. Fino a quel momento, in linea con quanto accadeva in tutti i teatri italiani, cadeva il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano e dunque di avvio della stagione di Carnevale. Nel Novecento la data venne anticipata anche a novembre, così da chiudere prima (cioè in primavera) la stagione. Altra cosa, durante l’Ottocento, quando l’opera era pensata per un consumo su larga scala, per il cosiddetto popolo, era naturale che soprattutto per la serata inaugurale del cartellone si puntasse su una prima assoluta. Proprio in occasione di prime scaligere debuttarono titoli di lusso di Gaetano Donizetti, come Lucrezia Borgia (1833), o di Vincenzo Bellini, come Norma (1831).

Curiosità: nessuna opera di Giuseppe Verdi venne scritta appositamente per l’inaugurazione della stagione milanese. E ancora, a due secoli dalla nascita di Verdi&Wagner, è al collega che viene offerta l’apertura della stagione del bicentenario. La polemica sul tema si trascina da più di un mese e si risponde che Traviata (di Verdi), prescelta per il prossimo 7 dicembre, cade nell’anno solare 2013, quindi ci siamo.

Però si sa, che l’anno operistico non coincide con quello solare.

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