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"Abbiamo portato le prove, altro che notizie infondate"

Il reato che Veltri contesta all'ex prm: "I suoi familiari si spacciavano per il partito e incassavano. Una semplice associazione di famiglia di tre persone che ha incassato milioni di euro di fondi pubblici spacciandosi per un partito politico"

"Abbiamo portato le prove, altro che notizie infondate"

Signor Elio Veltri, il tribunale di Milano trasmette gli atti alla Procura ritenendo i fatti documentati su Di Pietro meritevoli di indagine. E cioè, chiede di verificare se un’associazione di famiglia che reca lo stesso nome di un partito, si sia sostituita ad esso sfruttando l’omonimia e la carenza dei controlli della Camera. È così? Teme trattamenti di favore per l’ex pm?
«Sulla questione soldi e Antonio Di Pietro, da Milano ci si attende una risposta di imparzialità e grande serietà. L’atto compiuto dal presidente del tribunale, persona serissima, parla da solo. Sarebbe un errore gravissimo se di fronte a fatti come quelli che sono stati descritti nella nostra memoria, calasse il silenzio o peggio. Fatti di questo tipo porrebbero davvero a rischio le istituzioni democratiche. Quanto da noi documentato e, ripeto, giudicato meritevole di approfondimenti dalla dottoressa Pomodoro, assume un significato importante: perché i fatti su cui fare chiarezza hanno non solo un rilievo penale ma prima di tutto costituzionale. Qui si parla, è vero, di una semplice associazione di famiglia di tre persone che ha incassato milioni di euro di fondi pubblici elettorali spacciandosi per un partito politico».

Non ha risposto. Teme, o no, trattamenti di favore?
«Confido nella magistratura, anche in quella dove Di Pietro ha prestato servizio per molti anni. Registro, però, che gli atti trasmessi dal presidente del tribunale giacciono ancora nel limbo del modello 45 come se fosse una qualsiasi notizia totalmente infondata, e non invece documentata. A giudicare dall’iniziativa della Pomodoro, magistrato di lunga esperienza, considerato da tutti attento e preparato, così infondata questa benedetta notizia di reato non sembra esserlo. È da sottolineare che nessuno aveva chiesto al presidente di trasmettere gli atti alla procura, si è trattato di una decisione autonoma, vuol dire che ha ravvisato la necessità di farlo, di andare a fondo alla faccenda, di chiarire passaggi sui quali chiunque inorridirebbe alla lettura di quanto riportato. Se invece poi non si indaga, allora è un altro discorso...».

Il pm Fusco ha fama di magistrato preparato in reati finanziari.
«Appunto. Il pm a cui il procuratore capo ha affidato il caso è decisamente competente a indagare sui fatti che trattano della gestione poco trasparente di un mare di soldi dello Stato.

Anche per questo chiederemo al pm Fusco di essere ascoltati sui fatti documentati che vanno esaminati seriamente e portate davanti a un giudice terzo».

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