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Abete: «È un calcio ad alta tensione e senza cultura»

Allarme del presidente Figc Abete dopo il week end di campionato. Perché spendere denaro per andare allo stadio e vedere degli idioti che mi rovinano la giornata con lancio di bengala, bombe carta, cori da dementi, ipocrisie in campo, litigi anche fra gente con ruoli responsabili?»

Nel week-end si gioca, al lunedì si tirano le somme e l'idea che prevale è la solita: perché spendere denaro per andare allo stadio e vedere degli idioti che mi rovinano la giornata con lancio di bengala, bombe carta, cori da dementi, ipocrisie in campo, litigi anche fra gente con ruoli responsabili? Sto a casa e in televisione si vede tutto senza sentirsi neppure lontanamente bersaglio di qualunque questione: «È stato un fine settimana ad alta tensione. I tesserati devono capire che non devono alimentare tale tensione». É l'appello che Giancarlo Abete, presidente Figc, indirizza al calcio dopo gli eventi dell'ultimo weekend.
É stato definito un richiamo forte del presidente, dopo i cori contro Mario Balotelli, gli scontri in campo durante Juventus-Inter, la lite tra i presidenti di Parma e Genoa e le bombe carta che hanno fatto da cornice al derby romano: «È stato un fine settimana contrassegnato da troppi episodi ad alta tensione di cui non se ne sentiva il bisogno - ha spiegato Abete -. I comportamenti di troppi tesserati rischiano di alimentare un'immagine negativa del calcio italiano. Il nostro rimane un movimento di qualità in termini di competitività e di risultati. Però i soggetti interessati devono capire che non si può alimentare questa tensione. Abbiamo visto liti tra presidenti, liti tra giocatori, liti tra presidenti e giocatori, abbiamo visto allenatori espulsi. Se i protagonisti non aiutano gli arbitri a gestire situazioni complesse, il direttore di gara diventa solo un terminale delle insoddisfazioni di tutti. Fortunatamente -osserva Abete- non c'è stato alcun fatto che sia andato oltre l'inciviltà degli atteggiamenti. Dobbiamo vivere la dimensione del calcio meglio di quanto stiamo facendo. Ci siamo trovati davanti a comportamenti inadeguati da parte dei tesserati: deve crescere la cultura sportiva tra coloro che hanno una responsabilità all'interno del terreno di gioco».
Abete ha confermato che il Giudice sportivo ha sempre molto lavoro: 40mila euro di multa a Lazio e Roma per le intemperanze dei rispettivi tifosi durante il derby dell'Olimpico, e per il ripetuto lancio di petardi che ha costretto l'arbitro a sospendere l'incontro per circa 7 minuti al 12° del primo tempo, cagionando, in conseguenza dei lanci e dei tumulti, lesioni personali a tre stewards. Non è finita, multa di 25mila euro alla Juventus per petardi e bengala esplosi nei settori e anche in campo, oltre ai cori anti-Inter e altre espressioni di discriminazione razziale nei confronti di due giocatori dell'Inter. Al club nerazzurro è stata inflitta un'ammenda di 15mila euro per colpa di suoi sostenitori, nel corso della gara, fatto esplodere alcuni petardi ed acceso alcuni bengala, lanciandone tre nel recinto di gioco e nove nel settore avversario unitamente a parti di seggiolini di plastica. Il giudice sportivo si è poi occupato delle sanzioni ai teserati: una giornata di squalifica al tecnico dell'Inter, Josè Mourinho, espulso durante il match, per avere, al 20° del primo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale indirizzandogli ironici applausi. Per lo stesso motivo è stata inflitta una giornata di stop al tecnico dell'Atalanta, Antonio Conte, espulso durante il match contro la Fiorentina.
Trovate un solo buon motivo per recarsi in uno stadio.
claudio.

decarli@ilgiornale.it

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