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Abuso di ufficio per gestire un chiosco di birra Indagato il segretario Pd dell'Emilia-Romagna

Ancora scosse giudiziarie nel Pd. Il segretario regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è indagato per abuso di ufficio: avrebbe favorito l’ingresso e la permanenza della società Sdps nella gestione di un chiosco all'interno del Parco Ferrari. Ma guai a parlare di questione morale?

Abuso di ufficio per gestire un chiosco di birra 
Indagato il segretario Pd dell'Emilia-Romagna

Modena - Dalla vendita delle Serravalle alla gestione di un chiosco di birra, dagli appalti nella sanità alla gestione ballerina dello smaltimento dei rifiuti. La "questione morale" che sta investendo il partito democratico non lascia fuori alcun aspetto della vita pubblica. E, mentre Di Caterina, titolare della ditta Caronte e accusatore di Filippo Penati nell’inchiesta sull’ex area Falck, parla addirittura di "patina di sterco", alla carica dei centoeuno indagati - più o meno eccellenti - continua ad aggiungersi gente nell'imbarazzo generale dei big del Pd. L'ultimo è il segretario regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

L'accusa mossa dalla procura di Modena a Bonaccini è abuso d’ufficio. Appalti nella sanità? Macché! Assunzioni d'oro nel pubblico? Nemmeno. Questa volta si punta più in basso, la piccola ristorazione. E ci si sporca le mani per un chiosco di birra. L’inchiesta si riferisce al 2003, quando Bonaccini era assessore comunale al Patrimonio. Secondo le ipotesi avanzate dal pm Enrico Stefani, l'esponente democratico avrebbe favorito l’ingresso e la permanenza della società Sdps nella gestione di un chiosco all'interno del Parco Ferrari. Sono indagati per lo stesso reato anche Antonino Marino, attuale assessore comunale ai Lavori pubblici e allo Sport e due dirigenti del Comune.

Gli inquirenti ipotizzano che, sfrattata nel maggio 2003 la titolare del chiosco, sia stata turbata l’asta per assegnare la nuova gestione. Per questo specifico reato, contestato anche ai due titolari dell’attività subentrati, è però già scattata la prescrizione. La loro società - come ricostruito dall’inchiesta dei carabinieri - non avrebbe poi pagato affitti per alcune migliaia di euro ma sarebbe rimasta comunque al timone rinnovando la licenza. Bonaccini ha detto di essere tranquillo: "Sono vicende che non conosco molto, non so cosa potrò dire ma sono a disposizione". Per il segretario regionale è subito arrivata l’attestazione di fiducia del presidente della Regione, Vasco Errani: "Sono certo della correttezza di Stefano Bonaccini e della sua estraneità rispetto ad ipotesi diverse".

Anche il Comune ha espresso "piena fiducia nell’operato, della magistratura" citando in una nota dell’Ufficio legale anche gli altri due indagati "l’ex dirigente Mario Scianti e l’attuale dirigente Giulia Severi". Fin dall’inizio, l'amministrazione di Modena ha messo a disposizione della magistratura tutta la documentazione. A questo punto la giustizia farà il proprio corso, ma i malumori interni al partito si fanno sempre più insistenti.

E il problema della "questione morale" non può essere snobbato ulteriormente dai papaveri di via Nazareno.

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