Roma

Accoltellò un prete e altre tre persone in nome dell'Anticristo, prosciolto

Marco Luzi è stato dichiarato incapace di intendere e di volere e quindi non imputabile
Il 23 settembre del 2008 ferì il sacerdote della chiesa di Santa Marcella, un parrocchiano, una baby sitter peruviana e un poliziotto

In nome dell'Anticristo accoltellò il parroco della chiesa di Santa Marcella e altre tre persone, obbedendo alle «voci» che gli riempivano la testa da quando, la sera prima del gesto folle, aveva visto in tv il film «Il Codice da Vinci» sui delitti e sui misteri vaticani. Ora il gup Carmine Castaldo, sulla base dell'esito di una perizia psichiatrica, ha assolto perché incapace di intendere e di volere Marco Luzi, 27 anni, all'epoca studente di ingegneria elettronica e da tempo detenuto nell'ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino. Per il giudice, Luzi non è perseguibile: nei confronti del giovane ha disposto una misura di sicurezza per almeno cinque anni. Una'altra perizia dovrà stabilirne la pericolosità sociale. Qualora venisse dichiarato non più capace di far del male a qualcuno potrebbe venire affidato ad una comunità terapeutica, così come auspicato dal suo difensore, l'avvocato Stefano Giorgio. Con l'assoluzione di Luzi cade il diritto delle parti civile al risarcimento del danno. «Potrebbe essere avviato un procedimento civile - spiega l'avvocato Carlo Testa Piccolomini - ma è difficile. Valuteremo».
La furia dell'ex studente si scatena intorno alle 9,30 del 23 settembre del 2008. Da casa sua - dove aveva sistemato sulla scrivania due riproduzioni dell'«Ultima cena» di Leonardo da Vinci, documenti da consegnare a papa Benedetto XVI e quattro scritti tra cui uno sull'Anticristo - Luzi si dirige a piedi verso la chiesa di Santa Marcella con due coltellacci da cucina in tasca. Gli apre un parrocchiano, un prefetto in pensione, che è lì per sbrigare qualche pratica per il sacerdote. Chiede di parlare con Don Canio Calistri. L'ex prefetto lo accompagna in canonica, dove scatta la follia. Luzi chiede al religioso l'automobile, lui non capisce, cerca di calmarlo, ma viene raggiunto da una coltellata sotto il collo. Poi da altri colpi alle mani e al volto. Il parrocchiano cerca di fermarlo. Ed anche a lui arrivano due coltellate, al collo e alla pancia. Luzi chiude la porta della canonica abbandonando le sue vittime in un lago di sangue e si dirige verso un vicino giardinetto, dove incontra la sua terza vittima, una baby sitter peruviana che vigila su una bimba di tre anni. Il giovane, tutto sporco di sangue, si avventa su di lei, che subito si accuccia per cercare di fare scudo alla piccola. Viene ferita ad una spalla. La gente intorno, in preda al panico, si mette ad urlare e il folle si allontana. La polizia lo intercetta in via San Teodoro, vicino al Circo Massimo.

Ma prima di essere bloccato Luzi ferisce al fianco uno degli agenti che cerca di immobilizzarlo.

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