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Accuse false al team Bacigalupo «Mafia? Ci giocava pure Grasso»

Roma«Vittorio Mangano l’ho conosciuto alla Bacigalupo: era una squadra di grande livello, è un’ingiustizia che non ci sia più». Il senatore Marcello Dell’Utri è stato costretto a sfogliare l’album dei ricordi e a ricordare che in quella compagine «giocava pure il procuratore nazionale Antimafia, Grasso: fu allievo mio, Grasso mi conosce, sa chi sono».
Ma che cos’era l’Athletic Club Bacigalupo di Palermo, che prendeva il nome dal portiere del grande Torino e che nella sentenza del 2004 viene citata ben 30 volte? Una società calcistica fondata nel 1957 dal fratello del senatore, Beppe (oggi scomparso), da Edoardo Governale, attualmente numero uno del Fiat Center palermitano e da altri esponenti della buona società palermitana.
I calciatori provenivano quasi tutti da due scuole cattoliche, quella dei Salesiani del Don Bosco e quella dei Gesuiti del Gonzaga. Nelle sue fila oltre a Marcello Dell’Utri, che ne sarà anche presidente, e a Piero Grasso militeranno anche il futuro senatore Carlo Vizzini, i figli del primo presidente della Regione Giuseppe Alessi e quelli dell’ex ministro dc Restivo oltre all’ex rettore dell’Università di Catania Fernando Latteri. Il campo era a Resuttana, colori sociali il biancorosso. I «ragazzi della Palermo bene» ebbero pure fortuna e sfiorarono addirittura l’ingresso nel professionismo. Riuscivano a vincere anche sui campi cittadini più difficili come quello di «zu Pé» dove a fine partita si rischiava il «linciaggio» della tifoseria avversaria.
E con la Bacigalupo iniziò la sua avventura italiana anche il nipote dell’allenatore delle giovanili del Palermo, Cestmir Vycpalek. Un ragazzo che di strada ne avrebbe fatta tanta: Zdenek Zeman. Ecco cos’era la Bacigalupo. «La realtà è che fanno di ogni erba un fascio e la sentenza di primo grado è scritta dalla Procura, sulla quale il Tribunale si è appiattito», mastica amaro Dell’Utri.

Con un po’ di nostalgia.

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