Cronache

Ad Arenzano i problemi sono Ruby e il 17 marzo

Il sindaco che si «scusa» con i consiglieri del Pdl perché il Comune ha deciso di aderire ai festeggiamenti per il 17 marzo, l'assessore all'Urbanistica che, dopo quasi un anno dall'apertura del cantiere, non sa ancora dire se privati stanno costruendo varie villette in zona protetta oppure no, e un consigliere che blocca la seduta per mezz'ora con un lunghissimo intervento sul caso Ruby e sulla politica nazionale, che non si sa bene quale influenza possa avere sulla realtà locale. Ha assunto aspetti surreali l'ultimo consiglio comunale di Arenzano. A scatenare lo stupore dei presenti, tra cui moltissimi cittadini, sono stati soprattutto alcuni atteggiamenti della giunta. Su tutti quello del sindaco, Luigi Gambino, al suo terzo mandato per il centrosinistra, che nell'annunciare le iniziative per l'Unità d'Italia ha esordito inspiegabilmente con un «mi dispiace per i consiglieri d'opposizione», come se il Pdl fosse contro questa giornata, che è invece è stato dichiarata Festa nazionale proprio dal suo leader. «Il sindaco di Arenzano confonde la Festa dell'Unità d'Italia con la festa dell'Unità - tuona Leila Loureiro, vice coordinatore del partito nella cittadina rivierasca - le interrogazioni sono diventate lezioni di politichese stile Anno Zero. E addirittura si è andati all'attacco dei senatori di destra dicendo che sembrano Bravi che difendono Don Abbondio. Semmai, Don Rodrigo». L'assessore Francesco Vernazza non è stato da meno. Nel rispondere al consigliere Paolo Cenedesi, capogruppo della Casa della Libertà, che chiedeva ragguagli sulla costruzione di alcune villette in località Calzoni, zona Terrarossa, si è trincerato dietro i «non so». Eppure è da quasi un anno che si è iniziato a edificare laddove si sarebbe dovuto al massimo trovare spazio per una cascina o un deposito per attrezzi agricoli. E già nel luglio 2010, i cittadini dell'Associazione «Amici di Arenzano», in una lettera a tutte le autorità locali competenti, piano regolatore alla mano, avevano lanciato l'allarme cementificazione in piena zona ZPS (Zona Protezione Speciale) e SIC (Sito di Interesse Comunitario), aree - per intendersi - in cui pochissimo si può fare a livello urbanistico e in cui dovrebbero essere la tutela del territorio e delle specie animali, soprattutto uccelli che lì nidificano, a indirizzare tutte le scelte. «È tuttora in discussione se le villette ricadono in queste zone - è stata la disarmante risposta - stiamo verificando con i tecnici. E comunque bisogna tener conto che anche in sic si può costruire se si rispettano determinati obblighi». Le cose però rischiano di non essere così semplici come le fa Vernazza, visto che la Provincia per vederci più chiaro ha acquisito gli atti e avviato un controllo di legittimità, e c'è chi sostiene, addirittura, che l'area in cui si sta costruendo, molto visibile soprattutto dal lungomare con forte impatto quindi sul paesaggio litoraneo, sia «anima», ossia non insediata e destinata al mantenimento, e perciò gravata da un vincolo urbanistico ancora più stringente che renderebbe di fatto illegale quanto finora fatto con l'autorizzazione del Comune. «Qui gli appetiti speculativi ed edilizi sono da sempre molto forti - ha spiegato Cenedesi nel suo intervento in Consiglio - il terreno ormai sembra servire solo come portatore di indice edificatorio anziché come impronta agricola ed ecologica. L'ubicazione di queste ville non fa parte di alcun disegno generale né tanto meno di pianificazione paesistica.

Ma una cosa è certa, non sono case contadine come prescriverebbe il Piano Regolatore del 2001».

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