Roma

Addio polo tecnologico, ecco gli sfrattati di Action

L’ex edificio Inpdap in via Campo Farnia donato agli okkupanti

Stanno per partire i lavori di trasformazione edilizia dell’ex palazzina Inpdap di via Campo Farnia, all’Appio Tuscolano. Con un colpo di bacchetta magica l’edificio, che avrebbe dovuto ospitare un polo tecnologico d’avanguardia, verrà invece trasformato da Veltroni&Co in una residenza temporanea per sfrattati. Ovvero verranno ricavate negli ex uffici svenduti per appena 500 euro al metro quadrato - e ora occupati da Action - alcune centinaia di stanze di circa 20 metri quadrati dove verranno alloggiate le persone che dopo uno sfratto non sono in grado di trovare un’altra sistemazione. A occuparsi della ristrutturazione sarà la «Calendula Srl» famosa per avere già trasformato l’Ambra Jovinelli su progetto dell’architetto Sergio Petruccioli. Una tegola per gli abitanti del Villaggio Appio, che temono di doversi confrontare con un’altra realtà sociale esplosiva.
Si tratta dell’ennesimo regalo che il Campidoglio fa agli «amici» disobbedienti che dal 2005 occupano illegalmente la struttura. Con dietro lo spettro di un’ordinaria speculazione. L’ex palazzina Inpdap - diecimila metri quadrati su 9 piani interamente cablati per rete dati e telefonia, certificazione Iso 9001, cabina di trasformazione elettrica, ascensori e montacarichi - nel ’97 viene «erroneamente» indicata dai deputati Walter De Cesaris e Primo Galdelli, Rifondazione e Comunisti italiani, come immobile «vuoto» e quindi incluso nella lista del patrimonio da dismettere. Nel 2001 parte il processo di cartolarizzazione dell’edificio pubblico per poco più di 5 milioni di euro. Il Comune stesso potrebbe utilizzarne i locali per traslocarci uffici per cui ora paga milioni d’euro di affitto all’anno. Ma ecco Action all’orizzonte. Ai primi di marzo 2005, duecento famiglie riconducibili ai ribelli di Nunzio D’Erme, occupano un edificio non distante in via Lucrezia Romana appena passato di proprietà dalla Banca Popolare di Lodi a Iccrea che ha urgenza di farne la sua sede operativa.
È il presidente del X Municipio Sandro Medici (Prc) a prendere in mano la trattativa. Lucrezia Romana viene abbandonata, ma gli «okkupanti» la sera del 23 marzo varcano la soglia del complesso di via Campo Farnia. Negli uffici senza balconi con bagni separati dalle stanze spuntano fornelletti da campo, letti e brandine. Gli ambienti vengono separati come si può: sulle vetrate scure appaiono le prime tendine. Fuori immondizie e siringhe dappertutto, il custode si barrica in casa. I residenti che hanno appena comprato appartamenti e villette in un quartiere dove ancora mancano servizi essenziali sono furiosi. Ma Medici va avanti. Nel maggio 2005 il Comune approva la delibera 110 che prevede la «acquisizione di immobili e cambio di destinazione d’uso per l’emergenza abitativa». Comincia un passamano di proprietà per via Campo Farnia finché il 15 febbraio scorso Medici afferma che l’attuale gestione provvederà alla trasformazione del palazzo. Per farlo avrà in cambio altre concessioni d’uso da parte del Comune. Tutti contenti, insomma.

Tranne residenti e contribuenti.

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