Cronache

Affitti ai clandestini La Dia sequestra beni per 5 milioni di euro

Gli affari dei Canfarotta andavano a gonfie vele, tra appartamenti e "bassi" nel centro storico di Genova affittati a immigrati e prostitute. La famiglia aveva un tenore di vita modesto ma un giro d'affari milionario. Sequestrate 129 case

Affitti ai clandestini 
La Dia sequestra beni 
per 5 milioni di euro

Genova - Un impero patrimoniale stimato intorno ai cinque milioni di euro, tra immobili, conti correnti, titoli di credito e quote societarie, e un tenore di vita di basso profilo, per non dare nell’occhio. I beni, tra cui 129 case e locali nel centro storico di Genova molti dei quali affittati in nero a immigrati irregolari e prostitute, sono stati sequestrati dai carabinieri della Direzione investigativa antimafia di Genova, nella spettacolare operazione "Terra di nessuno", che ha colpito la famiglia Canfarotta, di origini siciliane ma residente nel capoluogo ligure da almeno 30 anni.

Immigrati irregolari e prostitute Gli affari della famiglia erano legati all’affitto di appartamenti e "bassi" del centro storico, spesso fatiscenti e senza nemmeno i servizi igienici, a immigrati irregolari e a prostitute. Per questo motivo, i cinque componenti della famiglia sono accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Oltre 150 i militari, coadiuvati da vigili urbani e vigili del fuoco, impegnati stamani nelle perquisizioni e nei sequestri a Genova, Palermo e nel cuneese.

Indagini scattate 2 anni fa Le indagini erano partite due anni fa, dopo una serie di controlli eseguiti dalla compagnia Portoria. I carabinieri, coordinati dal maggiore Francesco Pecoraro, avevano notato che molti immigrati irregolari e prostitute abitavano in case del centro storico tutte intestate ai Canfarotta. Con l’ausilio della Dia, gli investigatori hanno scavato nelle vite della famiglia, scoprendo un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. I beni sono stati sequestrati, secondo quanto previsto dalla normativa antimafia, e i tre familiari sottoposti a sorveglianza speciale.

L'agenzia immobiliare A gestire l’attività era Filippa Lo Re, 75 anni, moglie di Benito Canfarotta. La donna era diventata il punto di riferimento per gli immigrati e le prostitute che dalla Nigeria, dalla Romania e dal Sudamerica arrivavano a Genova. Tutti la conoscevano come "Mama" e si rivolgevano alla sua agenzia immobiliare abusiva nel quartiere della Maddalena. Lei, con i suoi familiari, trovava loro una casa: spesso vere e proprie topaie dove stipare anche dieci persone alla volta, a prezzi spropositati.

Basso da 20 metri a 700 euro Come il caso del basso di 20 metri quadrati, senza bagno, affittato a 700 euro. E per chi non riusciva a pagare, la soluzione era lo sfratto immediato con cambio di serratura. La famiglia dei Canfarotta era arrivata da Palermo alla fine degli anni Settanta. Il capofamiglia, Benito, aveva dichiarato di fare il manovale. Dopo quasi dieci anni, marito e moglie riescono ad aprire un’agenzia immobiliare, che dopo alcuni anni viene cancellata dall’albo e diventa abusiva. I due scoprono il business degli immigrati irregolari e delle prostitute, e negli anni riescono a comprare 129 immobili a Genova, 10 a Palermo e una decina nel cuneese.

Coinvolti i figli della titolare Anche i figli vengono coinvolti nell’attività: anche a loro, in particolare a Salvatore, vengono intestati appartamenti. Ma non solo. I fratelli hanno creato tre società: una immobiliare, la Tunz, e due di riparazioni nautiche, la Sea Yachts & Co. Con sede al porto di Genova e la Riviera Yacht, nel sanremese, tutte sequestrate dalla magistratura.

Sinora non sono emersi collegamenti della famiglia con la mafia siciliana.

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