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Affittopoli romana, la Procura acquisirà tutti gli elenchi degli assegnatari

Per ora si procede contro ignoti e senza fattispecie di reato. Ieri nuovo esposto in Procura e alla Corte dei Conti del capogruppo regionale dei Verdi Angelo Bonelli, che attacca la Polverini: «Renda pubbliche le liste». E lei: «Da 4 mesi stiamo verificando tutti i contratti»

Si allarga l'Affittopoli romana. La Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per ora contro ignoti, acquisirà l'elenco degli assegnatari di alloggi di enti pubblici per valutare la congruità dei canoni pagati rispetto al valore di mercato degli immobili occupati. Al vaglio dei magistrati di piazzale Clodio ci sarà la verifica dell'esistenza di presunte assegnazioni e vendite a prezzi agevolati, a inquilini eccellenti, non solo di appartamenti, ma anche di altre tipologie di stabili di proprietà di enti pubblici, compresi quelli preposti per l'assistenza ai poveri. Tra gli enti indicati nelle notizie apparse sui quotidiani ci sono Regione Lazio (Ater), il Sant'Alessio, l'Isma, l'Istituto di Santa Maria in Aquiro l'Istituto San Michele. Al termine di questa prima fase di verifica gli inquirenti potrebbero contestare anche il reato di abuso di ufficio se ci fossero riscontri su abusi.
E oggi un nuovo esposto alla Procura, oltreché alla Corte dei Conti, è stato presentato dal capogruppo regionale dei Verdi nonché presidente nazionale del partito, Angelo Bonelli: «Riteniamo che il malcostume che si è sedimentato nel corso degli anni - spiega Bonelli - ha provocato un danno erariale di decine e decine di milioni di euro per quanto riguarda la gestione del patrimonio pubblico abitativo». Bonelli lancia anche un appello a Renata Polverini, presidente della regione Lazio: «Renda immediatamente pubblici gli elenchi delle proprietà e degli affittuari, riteniamo inammissibile e immorale che istituti di assistenza e beneficenza ai poveri, come l'Ipab, abbiano invece fatto assistenza a miliardari, parlamentari di destra e di sinistra, alberghi di lusso a 5 stelle, è una vera e propria indecenza».
Da parte sua il presidente del Lazio fa notare che «l'assessorato regionale al Demanio e al Patrimonio e tutte le Ipab già da quattro mesi hanno avviato una verifica di tutti i vecchi contratti di locazione, una parte scaduti da anni e mai rinnovati, altri mai adeguati. L'assessorato, inoltre, sta valutando in collaborazione con le università di effettuare uno studio sull'intero patrimonio immobiliare regionale poiché a oggi manca un'analisi completa sia della consistenza patrimoniale sia della possibilità di valorizzazione del patrimonio». «Siamo pronti a collaborare con la magistratura - aggiunge Polverini - e consegneremo gli elenchi al presidente della Commissione regionale Demanio e Patrimonio, che ne ha fatto ufficialmente richiesta, affinché li possa mettere a sua volta a disposizione del Consiglio». Sotto osservazione in particolare il patrimonio immobiliare delle cosiddette Ipab: «Abbiamo avviato per la prima volta una operazione seria di trasparenza delle procedure e posto le basi per un disegno strategico sia per l'unificazione del patrimonio immobiliare delle Ipab, per individuare un unico centro di gestione, sia per poter definire la consistenza del patrimonio immobiliare reale della Regione e poterlo mettere a profitto attraverso l'adeguamento dei canoni e attraverso l'utilizzo di molte strutture a fini sociali. A tal fine la giunta il 28 gennaio ha approvato la delibera numero 29 che stipula una convenzione con l'Ordine dei Notai per una corretta valutazione del patrimonio immobiliare e procedere alla dismissione di quella parte del patrimonio che vede locatari antichi, molti dei quali ereditati nelle stesse strutture». Quanto alla richiesta di rendere pubblici gli elenchi degli affittuari, Polverini è sorpresa: «Francamente meraviglia la richiesta degli elenchi da parte di molti consiglieri regionali di opposizione, elenchi che fino a qualche mese fa erano nella loro disponibilità essendo proprio al governo di questa regione e molti con incarichi di governo». L'assessore regionale alla Casa Teodoro Buontempo annuncia invece l'apertura di «una commissione interna di accertamento per verificare il rispetto o meno delle regole di vendita delle case di proprietà Ater e valutare, allo stesso tempo, un eventuale uso improprio del patrimonio di edilizia pubblica».
Ma il problema, secondo Donato Robilotta, l'ex consigliere regionale del Pdl che da anni ha fatto di affittopoli ma anche di «svendopoli» un cavallo di battaglia, è soprattutto politico «perché vi sono leggi e norme che prevedono di vendere le case dell'Ater prendendo come base la rendita catastale, così da arrivare al 10 per cento del prezzo reale, e quelle del Comune prendendo come base la borsa immobiliare, con il risultato finale di venderle al 30-40 per cento del costo reale».

E l'Italia dei Valori, per bocca del senatore Stefano Pedica e del segretario regionale Vincenzo Maruccio, chiede il congelamento di tutti i contratti di affitto relativi agli immobili coinvolti nell'affittopoli laziale.

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