Cultura e Spettacoli

Da "affresco" a "zero", tutti gli italianismi della Terra

Per la nona settimana della lingua italiana nel mondo (dal 19 al 25 ottobre) che ha per tema l'italiano fra arte, scienza e tecnologia,
l'Accademia della Crusca prova a elencare i termini che abbiamo esportato dal Quattordicesimo secolo

Dal 19 al 25 ottobre avrà luogo la nona settimana della lingua italiana nel mondo, che avrà per tema l'italiano tra scienza, arte e tecnologia. Anche perché «cade» nell'anno galileiano. Per l'occasione l'Accademia della Crusca documenterà la particolare prospettiva linguistica dell'opera di Leonardo da Vinci e dell'astronomo pisano e la rivoluzione alimentare ed economica che nel Cinquecento investì la tecnologia molitoria del grano con l'invenzione del buratto meccanico (l'evento al quale si ispirarono i fondatori dell'Accademia per simboleggiare la loro innovativa opera di vaglio dei testi e della lingua). E sempre per l'occasione l'istituzione fiorentina ha affidato all'accademico emerito Francesco Sabatini il compito di fissare le linee guida culturali per le iniziative che si svolgeranno in tutto il mondo fra tre settimane.
Dunque, una lingua, la nostra, tra scienza, arte e tecnologia. Che soprattutto fra il Quattordicesimo e il Diciassettesimo secolo ha contribuito a diffondere cultura nell'Europa e nel Mediterraneo grazie ai talenti che la nostra penisola sfornava a getto continuo scommettendo sui giovani e sulle loro potenzialità. Una lingua parlata da persone evidentemente convinte che, come sottolinea Sabatini, avesse ragione Alighieri quando teorizzava che gli uomini non fossero fatti per «viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Una lingua che esportando cultura esportava parole. A tutto campo, come ricorda l'accademico emerito, perché «in Italia, dove letteratura e arti occupano uno spazio immenso, i rapporti tra i due campi sembrano più intrecciati che altrove. Non sono pochi, da noi, i grandi artisti che sono stati anche ideatori di macchine e gli scienziati e tecnici che sono stati anche eminenti scrittori e talora poeti e musici: da Brunelleschi ad Alberti a Leonardo, da Galileo a Redi a Magalotti, da Stoppani a Gadda a Primo Levi. Sembra proprio che in tanti casi la ricerca del bello sia stata intrinseca anche all'indagine scientifica e all'ideazione di congegni e strumenti». E ancora, per tornare alla cultura materiale particolarmente cara ai fondatori dell'Accademia: «Non si sviluppa la tecnica per raffinare l'elemento base dell'alimentazione, la farina di grano, senza il gusto per cibi vari e saporosi da porre ogni giorno sulla propria tavola». E infine: «Non si lavora alla produzione di strumenti musicali di meravigliosa flessibilità espressiva senza una forte sensibilità per la magìa dei suoni. Non si tracciano le più eleganti linee aerodinamiche e stilizzanti per veicoli e ambienti senza aver acquisito il senso della prospettiva dai nostri disegnatori e architetti rinascimentali».
Insomma, una conferma del segreto del fascino del made in Italy: l'equilibrio fra estetica e funzionalità, fra fantasia e concretezza, realizzato in diverse congiunture storiche e in ambienti e scenari disparati, come prodotto dell'attività di tanti individui che sono riusciti a dare il meglio di sé, inventando, investigando, scoprendo, progettando, costruendo, anche senza particolare abbondanza di mezzi materiali.
E venendo alla lingua, Sabatini ricorda che «furono spesso gli scienziati, gli artisti e i tecnici a darle, con le loro scritture, rigore e scioltezza insieme: primeggiano, in una lunga schiera, i nomi di Alberti, Leonardo, Michelangelo, Cellini, Galileo con i suoi molti allievi e seguaci, Cesi, Torricelli, Stelluti, Redi, Salvator Rosa, Magalotti, Algarotti, Vallisnieri, Spallanzani, Mascheroni, Volta, Canova. Un caso particolare è quello dei Futuristi e della loro ricerca espressiva, sia linguistica che pittorica, ispirata dal mito della macchina».
E a parte la lingua della finanza, quella della musica e quella della cucina, notoriamente portatrici di una moltitudine di italianismi in tutto il mondo, scrive Sabatini che «desta sorpresa vedere come abbiano viaggiato ampiamente, fuori d'Italia», anche parole come affresco, algebra, architrave, arsenale, artigiano, artista, barca, barocco, bassorilievo, belvedere, bronzo, bussola, calamita, canale, cannone, capitano, carato, cardano, carena, carrozza, corriere, cupola, disegno, fanale, fantasia, faro, fregata, garbo, graffito, grecale, grotta, grottesca (tipo di decorazione pittorica parietale), guida, influenza, libeccio, maestrale, maestro, maiolica, maneggiare, miniatura, modello, molo, mosaico, neutrino, nulla, numero, pastello, patina, pensiero, piazza, pila, pilastro, pilota, pista, pittoresco, politezza, poppa, porcellana, portafoglio, portico, posta, profilo, prua, quadro, razza (il cui significato etimologico è «allevamento di cavalli»), regata, salone, salto, scala, scalata, scandaglio, scirocco, scorta, smalto, soldato, squadra, staffetta, stampa, stile, studio, telescopio, terrazza, tramontana, trampolino, transito, tribuna, valigia, vedetta, verismo, voluta, zero...


Sono solo le stelle più luminose, tra le altre innumerevoli, conclude Sabatini, «di una costellazione che brilla nel cielo dei due emisferi».

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