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Afghanistan, attacco ai nostri soldati Dopo il Libano sangue italiano pure a Herat

Assaltata la base afghana: 24 feriti, di cui 5 italiani, e 5 morti, tutti afghani. Almeno sette uomini armati sono riusciti a penetrare nella base del Gruppo di ricostruzione provinciale di Herat City (video). L'attentato rivendicato dai talebani. Nessun morto tra gli italiani

Afghanistan, attacco ai nostri soldati 
Dopo il Libano sangue italiano pure a Herat

Herat - Cinque militari italiani sono rimasti feriti, uno in modo gravissimo, nell’attacco di un commando talebano contro il Team per la Ricostruzione Provinciale (Prt) di Herat, nell’Afghanistan occidentale. Il bilancio è stato fornito dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Nell’attacco sono morti un poliziotto e quattro
civili afghani e ci sono stati numerosi feriti fra i civili tra cui un funzionario del Ministero degli Esteri italiano che è sotto shock ma non ha riportato traumi. Tra i feriti ci sono tre afghani e uno sloveno che lavoravano nel Prt. Il militare più grave è un capitano del Reggimento d’Artiglieria di Maniago, Pordenone. Sulle sue condizioni c’è un cauto ottimismo, ma resta comunque in prognosi riservata.

La ricostruzione dei fatti "Grazie a Dio - ha aggiunto La Russa - non abbiamo avuto decessi; il bilancio poteva essere molto più grave". Silvo Berlusconi, ha espresso vicinanza ai soldati e alle loro famiglie: "Ancora una volta", ha affermato il premier, "esprimiamo la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento ai militari italiani che con grande professionalità e impegno svolgono la loro difficile missione di pace in Afghanistan e nelle altre aree di crisi". L’attacco, ha spiegato il ministro della Difesa, è stato "molto complesso" ed è cominciato alle 9:15 ora italiana. Prima, ha aggiunto, "un mezzo pesante carico di esplosivo si è schiantato contro il muro di cinta del Prt, poi c’è stato il fuoco dei ribelli appostati sui tetti delle case vicine al Prt e che ha prodotto danni seri, anche se potevano essere maggiori". A Herat era in corso la conferenza nazionale di tutti i Consigli provinciali, e già sabato nel nord in un’altra zona ’tranquillà come può essere considerata Herat, c’era stato un altro attentato ai militari tedeschi, in cui è rimasto ferito« il comandante della Nato nel nord dell’Afghanistan. Mettendo insieme questo quadro, ha continuato il ministro, "è evidente che vi sia uno sforzo da parte del terrorismo afghano teso a ritardare l’azione di transizione con attacchi nei luoghi che appaiono più vicini a una normalizzazione. Ed è una cosa che avevamo messo in conto: è facile prevedere che non vi sarà mai una condizione di sicurezza che possa impedire attacchi di tipo terroristico". Intanto le forze della coalizione internazionale hanno chiesto scusa per le vittime civili causate dagli errori nei raid aerei degli ultimi giorni. Il presidente Hamid Karzai aveva lanciato un "ultimatum" a Washington perchè metta termine ai cosiddetti danni collaterali, l’ultimo dei quali ha visto dieci bambini e due donne uccisi in un’operazione nella provincia di Helmand.

La rivendicazione dei talebani Un portavoce dei talebani, Qari Yousuf Ahmadi, ha rivendicato l’attacco e ha parlato di quattro kamikaze in azione, ma spesso i guerriglieri forniscono numeri gonfiati sulle loro azioni. Un portavoce del ministero dell’Interno ha parlato invece di due kamikaze. Il Prt è una struttura mista composta da unità militari e civili con il compito di fornire sicurezza e supporto alle attività di ricotruzione condotte dalle organizzazioni nazionali e internzionali operanti nella provincia e di sostenere le autoriotà locali nel processo di stabilizzazione.

Il team di ricostruzione a Herat Il Team di ricostruzione provinciale italiano di Herat è una struttura su base del 132esimo reggimento artiglieria terrestre della brigata "Ariete", che ha sede a Maniago (Pordenone). Il Prt, al comando del colonnello Paolo Pomella, ha il compito di supportare la governance e sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo, insieme ad una componente civile. Le due componenti - civile e militare - lavorano insieme a favore della ricostruzione, incentivando l’occupazione locale (i progetti vengono materialmente realizzati da ditte afghane), lo sviluppo economico dell’area e la fiducia verso le istituzioni politiche locali e gli "elders", gli anziani dei villaggi.

Il bilancio delle vittime L’attacco al Prt di Herat alle 9.15 ore italiane ha causato 5 feriti tra i militari italiani, di cui uno versa in gravi condizioni ed è in prognosi riservata. Inoltre sono stati uccisi 4 poliziotti afghani e ci sono stati morti tra i talebani. Tra i numerosi feriti tra i civili, tra cui tre afghani e uno sloveno che lavoravano nel Prt, c’è anche un impiegato del ministero degli Esteri italiano rimasto sotto schock. È il bilancio stilato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa alla conferenza stampa convocata d’urgenza al Senato due ore dopo l’attentato. "Uno dei militari ha riportato una ferita all’addome in maniera molto seria ed è grave; si tratta di un capitano del Reggimento d’Artiglieria di Maniago, Pordenone. Sulle sue condizioni c’è un cauto ottimismo, ma resta comunque in prognosi riservata". E ha aggiunto: "Grazie a Dio non abbiamo avuto decessi; il bilancio poteva essere molto più grave". Il ministro ha quindi spiegato la dinamica dell’attacco, che è stato "molto complesso".

Prima, ha detto, "un mezzo pesante carico di esplosivo si è schiantato contro il muro di cinta del Prt, poi c’è stato il fuoco dei ribelli appostati sui tetti delle case vicine al Prt e che ha prodotto danni seri, anche se potevano essere maggiori".  

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