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Afghanistan, intensa offensiva antitalebani Un blitz della Folgore

Attacco suicida contro le truppe italiane: due feriti. Blitz dei paracadutisti e dell'esercito afghano nella valle di Musahi contro una base di "insorti". Violenti combattimenti tra marines e guerriglieri nell'Helmand. Vi racconto l'assalto al covo dei talebani di Luciano Gulli

Afghanistan, intensa 
offensiva antitalebani 
Un blitz della Folgore

Kabul - Ancora un attacco suicida contro una pattuglia italiana a Farah: due militari sono rimasti lievemente feriti. Un attentatore suicida si è lanciato contro un mezzo italiano in Afghanistan, nell’area di Farah, e nell’esplosione che ne è seguita due militari sono rimasti feriti in modo lieve. Lo ha riferito il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "Anche oggi abbiamo registrato un contatto violento vicino a Farah causato dalla volontà suicida di un terrorista contro un nostro Lince. abbiamo avuto solo due feriti leggeri", ha detto La Russa nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi.

Offensiva delle truppe italiane e afghane
Parà italiani e militari afghani all'offensiva contro i talebani, in Afghanistan. È terminata nella notte, nella valle di Musahi, la vasta operazione congiunta che ha consentito di mettere guori combattimento un gruppo di "insorti" responsabile di una serie di ripetuti attacchi nei confronti degli uomini della Folgore. Secondo quanto riferito dal comando del contingente italiano a Kabul, nell’operazione, cominciata alle 4 di ieri notte sono stati impegnati circa 600 militari tra paracadutisti del 186/mo reggimento della Folgore e soldati dell’esercito afghano. Oltre alla cattura del gruppo di insorti, sono state sequestrate anche numerose armi portatili. Un secondo gruppo di insorti è riuscito a sganciarsi all'inizio dell'offensiva abbandonando le sue posizioni nell’area e cercando rifugio in una provincia confinante. L’operazione, che mirava al consolidamento della sicurezza nell’area sotto il controllo dei paracadutisti italiani e dell’Esercito afghano, ha avuto pieno successo ed è stata accolta con favore dalla popolazione e dai locali capi villaggio.

Americani all'attacco: "Battaglia infernale" Anche l'esercito americano è impegnato da alcune ore in violenti combattimenti contro i talebani nella provincia di Helmand, nel sud: lo ha confermato il generale Larry Nicholson, comandante del corpo dei Marines, all’indomani dell’inizio dell’operazione "Khanjar" (Colpo di spada), contro i talebani. L’incursione, a cui partecipano 4.000 soldati Usa e 650 afgani, mira a liberare la provincia dai guerriglieri, che nella zona sono numerosi, bene armati e lautamente finanziati dai proventi dell’oppio. I soldati americani sono "impegnati in una battaglia infernale nel sud" della provincia di Helmand, ha dichiarato il generale Nicholson ai uomini dispiegati nella zona di Garmser. Questi soldati "dovranno affrontare sfide molto dure", ha aggiunto l’alto ufficiale. Fonti militari hanno fatto sapere che un marine è morto e altri sono rimasti feriti. Altri militari schierati nell’area, invece, hanno incontrato "una flebile resistenza", ha sottolineato ancora Nicholson senza ulteriori precisazioni. "Una base ostile situata a sud di Garmser è stata distrutta ieri. Ma ciò non vuol dire che il nemico sia fuggito", ha commentato.

In azione anche gli inglesi Anche i soldati inglesi sono entrati in azione occupando occupato una serie di punti strategici nella nell'Helmand. Colpite dalla morte del tenente colonnello Rupert Thorneloe, l’ufficiale britannico più alto in grado morto in combattimento dai tempi della guerra nelle Falklands, le forze armate della Regina - che da tre anni provavano senza successo a controllare la valle dell’oppio - hanno occupato 13 ponti nella bassa valle del fiume Helmand. Circa 800 militari britannici hanno cominciato ad avanzare verso nord, in direzione di Gereshk, la città industriale della provincia.

L’iniziativa britannica, la più vasta da anni in una zona saldamente in mano ai talebani che dall’Helmand ricavano oltre la metà della produzione mondiale di oppio e derivati, va ad affiancare l’offensiva americana, il cui scopo dichiarato è quello di conquistare il territorio per poi far ripartire un ciclo economico sganciato dalla coltivazione del papavero.

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