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Ahmadinejad su Carla Bruni: "E' stato un crimine insultarla"

Il presidente si scaglia contro il giornale Kayan (vicino a Khamenei) che ha definito "prostitua" la premiere dame: "E' un reato, l'Islam non permette quetsi insulti". E su Sakineh: "Non è vero che sia stata condannata a morte" 

Ahmadinejad su Carla Bruni: 
"E' stato un crimine insultarla"

Teheran - Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha oggi definito un "reato" gli insulti rivolti e da un giornale iraniano a Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo il suo appello in favore di Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione. Questi insulti, ha detto il presidente in un’intervista al quotidiano Iran, sono "contrari alla religione". "È un reato peggiore di un reato. Se c’è veramente una giustizia - ha aggiunto - gli autori dovrebbero essere perseguiti. Un mezzo di informazione può insultare la moglie di un presidente europeo? L’Islam lo permette?" si è chiesto Ahmadinejad senza citare né Carla Bruni, né il giornale Kayan che oltre a definire l’ex modella "prostituta" e con uno stile di vita "immorale", aveva scritto che meriterebbe di morire. Il governo iraniano aveva già preso le distanze dal giornale, vicino alla guida della rivoluzione Ali Khamenei, ma il presidente non si era mai pronunciato al riguardo.

Sakineh Ahmadinejad smentisce che Sakineh Mohammadi-Ashtiani sia stata condannata a morte per lapidazione. "Qualcuno in Germania ha diffuso notizie false al riguardo e questo ha portato a proteste contro l’Iran" ha dichiarato in una intervista alla rete televisiva americana Abc. Anche se la donna fosse colpevole, avrebbe comunque diritto a quattro diversi gradi di appello, ha precisato.

Il mese scorso, una donna che si è identificata come Sakineh ha confessato in televisione di aver avuto una relazione con il cugino del marito e di averlo aiutato ad assassinare il consorte.

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