Roma

Alemanno: così tireremo la cinghia

Finito il commissariamento e sulla scia delle polemiche degli ultimi giorni, per le sorti del bilancio del Comune di Roma ieri è scoccata «l’ora della verità e della responsabilità», come l’ha definita il sindaco Alemanno all’inizio della sua relazione in aula Giulio Cesare. Una relazione con cui il primo cittadino ha illustrato al consiglio comunale sia i numeri del deficit sia le «politiche di bilancio e sviluppo» per riportare in ordine i conti capitolini. Prima, c’era stata la presentazione alle parti sociali. «In questi anni - ha attaccato Alemanno - il Comune ha speso più delle sue entrate, arrivando sull’orlo dell’insolvenza, evitata solo grazie ai 500 milioni di euro erogati dalla Cassa depositi e prestiti. Quindi il sindaco evidenzia l’importanza di una «nuova governance» da realizzarsi attraverso il federalismo fiscale (con il disegno di legge arriverà in Parlamento tra pochi giorni) «che deve prevedere una norma per Roma Capitale, perché i tempi sono ormai maturi». Infine l’appello al Governo affinché sblocchi i 5 miliardi di trasferimenti di fondi alla Regione Lazio. «Oggi (ieri, ndr) ho telefonato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e al ministro del Welfare Maurizio Sacconi perché la situazione non è più sostenibile, nemmeno per noi. Letta mi ha assicurato che l’incontro di domani (oggi, ndr) tra il Governo e Marrazzo sarà decisivo», spiegava Alemanno in conferenza stampa mentre in aula proseguiva il dibattito, con Marroni (Pd) che accusava la Giunta di «essersi resa conto dell’assenza del buco».
Nessuna novità sulle cifre del disavanzo rilevate al 28 aprile 2008 (data d’inizio della fase commissariale), che sono quelle trapelate nei giorni scorsi: un debito totale di 8 miliardi e 646 milioni di euro, composto da 6,98 miliardi di debito in ammortamento (mutui, ecc) e da 1,816 miliardi di extradeficit. A comporre questa voce ben 892 milioni di euro di debiti fuori bilancio, 70 milioni per la ricapitalizzazione delle partecipate, 775 milioni derivanti da oneri da contenzioso e 147 milioni da oneri da contratti di finanza derivata. Nessuna novità neanche sulle misure previste per restituire ossigeno alle casse comunali e generare quei 200 milioni di euro l’anno di liquidità corrente necessari per far fronte alle spese: taglio del 50 per cento delle 81 società della holding comunale attraverso dismissioni di partecipate non strategiche, accorpamenti e razionalizzazioni (in primis nel comparto del trasporto pubblico, poi in quelli di rifiuti e cultura); lotta all’evasione fiscale attraverso l’aggiornamento dell’anagrafe tributaria; revisione del piano di assunzioni veltroniano (che prevedeva 1400 nuovi dipendenti comunali) e rallentamento del turn-over del personale; centrale unica degli acquisti e accelerazione dell’operazione «Campidoglio 2» per accorpare gli uffici comunali e ridurre i fitti passivi. Un programma che troverà attuazione subito, attraverso la «road map» indicata ieri dallo stesso Alemanno. Oggi il piano arriverà a Palazzo Chigi; entro il 20 ottobre ci sarà la presentazione della bozza di documento di programmazione finanziaria pluriennale al tavolo di concertazione per Roma, che arriverà in Consiglio entro il 30 ottobre (con l’assestamento di bilancio 2008) con successiva approvazione del Bilancio 2009-2011.

Entro marzo 2009, infine, è previsto il termine dei lavori della Commissione Marzano, cui seguirà (entro fine settembre) la presentazione del Piano strategico di sviluppo per Roma, contestualmente al Dpef 2010-2012.

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