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Alemanno: tratto io con Fini Ma gli ex di An frenano...

Amministrative, diplomazie al lavoro. Il sindaco di Roma disponibile a portare il Terzo polo nel centrodestra. E sul sindaco di Palermo è già lite

Alemanno: tratto io con Fini  Ma gli ex di An frenano...

Una moratoria sui rancori da guerra fratricida e separazione traumatica? No, grazie. Gianni Alemanno propone prima in una intervista a Libero, poi in una dichiarazione dettata a margine di un convegno, un tuffo nel realismo politico e una ricucitura del rapporto del centrodestra con il Terzo Polo, Gianfranco Fini compreso.

«Se si vuole vincere bisogna costruire delle alleanze» dice il primo cittadino della capitale. «I rapporti con il Terzo polo, ad esempio, vanno definiti. Dal punto di vista personale con Fini non c’è mai stata guerra. Da quello politico si devono chiarire alcuni aspetti. Bisogna rivolgersi al Terzo polo e chiedere: vi sentite alternativi alla sinistra? Se la risposta è sì, sediamoci e parliamo. Un uomo politico non mette mai davanti a sè le questioni personali».
La proposta di uno scurdammoce ’o passato - in qualche modo un seguito di quelle prove tecniche di riconciliazione tra il sindaco di Roma e il presidente della Camera già andate in onda in maniera istituzionale con la visita di quest’ultimo alcuni mesi al cantiere della nuova linea della metropolitana romana - non accende grandi entusiasmi nell’universo degli ex An. E dimostra come le premesse per un dialogo tra ex missini (e aennini) siano labili, le ferite ancora aperte e tutt’altro che rimarginate. Non sono, però, i toni finiti spesso fuori giri nella recente stagione del «che fai mi cacci?», o perlomeno non sono soltanto quelli, a pesare sulla bilancia del rancore. «Purtroppo Fini continua a muoversi sul filo del livore personale e non frequenta la logica politica» spiega un ex colonnello.

«Francamente della querelle sui beni di Alleanza Nazionale nessuno sentiva il bisogno, è qualcosa che fa male a tutti e non porta beneficio a nessuno». Inoltre, uscendo dall’orchestrazione delle beghe in carta bollata, c’è anche la questione Palermo che contribuisce ad allontanare i vecchi colleghi di partito. «Il modo in cui Fini sta gestendo la scelta del candidato sindaco da parte del Terzo Polo e il braccio di ferro che sta portando avanti con Casini per impedire una convergenza su un candidato unico del centrodestra dimostra quanto prevalga in lui la vendetta sulla logica politica. Come ha detto Miccichè ora è il momento di lavorare non di stomaco ma di testa. Purtroppo a giudicare dai segnali che arrivano pare che non sarà così».

In realtà molti ex An guardano con laico scetticismo ai tentativi alemanniani di sciogliere il gelo, tornare alle origini e riaprire un confronto politico con l’ex segretario dell’Msi, liquidandoli come una strada obbligata percorsa dal sindaco di Roma per ritentare la conquista del Campidoglio. «Gli abboccamenti di Gianni? Acqua fresca» dice un altro esponente cresciuto nel partito di Via della Scrofa. «In questo momento abbiamo tutti altro a cui pensare. E poi il problema dei rapporti con Fini è qualcosa che è entrato nell’immaginario di una base che certo non ha smaltito l’irritazione e non ha digerito il tradimento del voto del 2008». Non concede particolare rilievo alla questione neppure Maurizio Gasparri.

«Alemanno ha impegni gravosi a Roma, credo sia concentrato soprattutto sulla città che governa. Fini? Chi divide il fronte moderato sbaglia. Non mi sembra che Futuro e Libertà sia riuscito a costruirsi una autosufficienza politica. Ma questi sono problemi loro.

Di certo con i micropartiti un effetto lo si ottiene: si aiuta la sinistra a vincere».

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