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Alfano: "Il Csm viola la Costituzione"

Scontro sugli ispettori del ministero: l’organo dei magistrati apre una pratica contro gli 007 di via Arenula. I pm respingono i controlli

Alfano: "Il Csm viola la Costituzione"

Roma - Gli ispettori del ministero della Giustizia sono appena arrivati a Bari e già il Csm apre una pratica per sindacare il loro operato. Gli attriti tra il Guardasigilli e l’organo di autogoverno delle toghe fanno scintille. È stato, infatti, Angelino Alfano a volere un’ispezione sulla procura di Trani, che indaga su presunte pressioni sulla Rai contro Annozero. E lo stesso Guardasigilli, in serata, invia una nota durissima: «L’iniziativa del Csm è quanto di più grave si sia mai visto da parte di questo organismo ed è un comportamento inaccettabile che viola la Costituzione e vulnera il sistema democratico della divisione dei poteri».

E ancora: «Anziché aprire una pratica per controllare perché presso un ufficio giudiziario vi sia stata una gravissima violazione del segreto d’indagine, anziché verificare come e perché il presidente del Consiglio, ministri e parlamentari siano stati intercettati e le telefonate anziché distrutte siano state messe a disposizione dei giornalisti», il Csm ora vuole «comprimere l'attività degli ispettori. Tutto ciò - conclude Alfano - è a dir poco preoccupante e dimostra la volontà di certa magistratura di voler evitare che si faccia luce sulle patologie di inchieste che hanno una chiara ed ovvia valenza politica».

Nel pomeriggio il capo degli ispettori di via Arenula Arcibaldo Miller e una sua collega si erano insediati al terzo piano del Palazzo di giustizia della città pugliese. È lì che hanno ascoltato per la prima volta il procuratore capo, Carlo Maria Capristo e il pm Michele Ruggiero, titolare dell’inchiesta che riguarda indagati eccellenti come il premier Silvio Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il consigliere dell’Agcom Giancarlo Innocenzi. Appena annunciato il loro intervento tutti i membri del Csm, tranne i due laici del Pdl e quello dell’Udc, hanno subito parlato di rischio interferenze nelle indagini in corso e, con una decisione inusuale, il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli ha accolto la richiesta di verificare qual è l’incarico degli 007 di Alfano. «L’indagine giudiziaria - ha spiegato il vicepresidente Nicola Mancino - non può essere compressa dall’ispezione. Ci vuole rispetto per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura requirente. Gli ispettori hanno un mandato che la Costituzione delimita con precisa attenzione nei confronti dell’attività di indagine».

Da parte sua, il Guardasigilli ha escluso da subito qualsiasi interferenza nell’inchiesta, ma ha ribadito che le «talpe» in Procura devono essere «immediatamente individuate e punite» e che questo intervento «è elemento di serenità e garanzia per tutti i cittadini». Da Trani è arrivata la replica a distanza di Ruggiero, che si è detto «sereno e tranquillo»: «Tutto quello che non è stato reso noto agli indagati non sarà reso noto agli ispettori». Insomma, i magistrati opporranno il segreto istruttorio su gran parte degli atti, intercettazioni in testa. Tradotto per i non addetti ai lavori: agli ispettori non sarà dato nulla. E al termine del faccia a faccia, lo stesso Ruggiero ha detto ai giornalisti: «È stata un’audizione molto corretta, si è svolta nella massima correttezza».

Una giornata molto tesa, soprattutto ora che il Csm, dice il laico Pdl Michele Saponara, «ha perso una buona occasione per dimostrarsi al di sopra delle parti». Alfano, da subito, ha denunciato il tentativo del Csm di «fare politica» invece di «risolvere i problemi della giustizia».
Della pratica aperta dal Csm si occuperà la sesta commissione, competente sui pareri al ministro, sulle riforme e sull’ordinamento e non la prima, che si occupa di pratiche a tutela delle toghe, come volevano i consiglieri. Mancino ha evitato almeno che si facesse «un processo al ministro», dice il laico Pdl Gianfranco Anedda, accusando il Csm di fare «solo propaganda elettorale», visto che il ministro non ha «bisogno di autorizzazione» per disporre ispezioni.

Il Comitato di Presidenza del Csm ieri ha convocato il togato di Magistratura Indipendente Cosimo Maria Ferri, il cui nome compare nelle intercettazioni di Trani per colloqui con Innocenzi, che ha consegnato una memoria in cui spiega di non avere alcuna responsabilità. Ogni decisione è rinviata ad una prossima riunione.

«Io sono tranquillo - dice Ferri-, la mia posizione è chiarissima e continuo a camminare a testa alta».

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