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Alinghi crolla nel finale e i kiwi pareggiano

da Valencia

Il signor Brad Butterworth, tattico e skipper di Alinghi, da dodici anni non perdeva una regata di Coppa America. Intesa come sfida vera durante il massimo evento e non prova degli Act o delle selezioni. Brad, come lo era Coutts, era uno dei mammasantissima di un equipaggio forte e temuto, o lo sono i meno noti Murray Jones e Simon Daubney, due ex ragazzi che la sanno lunga. Ma eri anche Brad è stato colto dalla nota sindrome del tattico olimpionico: lasciare l'avversario solo con in cuoi pensieri e desideri mentre si cerca un vento migliore. Così navigando felice verso destra, verso quella che sembrava la seconda vittoria sicura, si è trovato inseguitore e ha consentito a Emirates Team New Zealand di pareggiare i conti. Adesso il gioco della Coppa è uno pari. Per entrambi i team servono quattro altre vittorie per vincere. Regata prima noiosa e poi improvvisamente interessante.
Alinghi, dopo una partenza molto simile a quella della prima regata, sottovento all'avversario e non molto convincente, dopo 11 minuti era in testa di 70 metri. Sulle decine di barche spettatori, finalmente numerose, le teste scuotevano come dire «è fatta... che noia... è cinque a zero». Undici minuti a quanto pare poco veritieri. Il vantaggio alla prima boa di bolina era di quindici secondi, lungo la poppa le solite scaramucce non cambiavano la situazione. Le due barche hanno girato il cancello scegliendo due boe diverse con tredici secondi di differenza. Che Brad stesse lavorando con una tattica un poco diversa dal solito si è capito nella seconda bolina: Alinghi ha scambiato più volte, cercando più che la copertura dell'avversario il vento a destra. Una scommessa? Un gioco con il diavolo? Il primo puff, come lo chiamano gli anglosassoni è arrivato da sinistra, quel tanto che bastava per spiazzare Alinghi e farlo trovare sottovento all'avversario. Per qualche minuto è sembrato che Alinghi potesse stringere il più possibile verso Emirates costringendolo a virare per riaprire la situazione. Ma il dramma, se così si può chiamare, si è consumato come doveva: dopo la virata il vento è andato a destra e Alinghi, finito fuori della layline si è accodato fino alla boa, dove ha issato il gennaker con quindici secondi di ritardo. I tentativi di trovare corsie di sorpasso verso l'arrivo non sono serviti. Così Emirates ha vinto la sua regata con ventotto secondi.

Oggi riposo, si riprende domani.

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