Economia

Alitalia: no ad Air France e via da Skyteam

All’esame del Tesoro le offerte degli advisor. La scelta entro fine settimana

Enrico Bonzio

da Milano

È scaduto ieri il termine per aderire all’invito del Tesoro per le banche d’affari, invitate a partecipare, come advisor finanziario, alla cessione della quota di almeno il 30,1% di Alitalia. Lo rende noto una fonte del Tesoro, confermando che nella giornata di ieri sono pervenute le risposte dalle circa venti banche d’affari contattate dal ministero. In tutto una quindicina. La scelta verrà fatta nei prossimi due giorni e resa nota entro la fine della settimana. Fra le banche che dovrebbero essere molto probabilmente escluse Goldmann Sachs (per via del conflitto di interessi con il sottosegretario all’Economia Massimo Tononi, che segue la cessione e che ha lavorato per la banca fino alla primavera scorsa), Lazard in quanto ha lavorato per Air France, Deutsche Bank, coinvolta nell’emissione delle obbligazioni convertibili al servizio del prestito 2005 e il suo probabile coinvolgimento nella cessione della compagnia.
Frattanto il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha ribadito la necessità che l’Alitalia rimanga italiana. E poi ha aggiunto che la compagnia potrebbe uscire da Skyteam e rompere l’alleanza commerciale con Air France. Le dichiarazioni del ministro sono state fatte nel corso di un’intervista pubblicata ieri dal quotidiano francese La Tribune. La penale che scatterebbe con l’uscita da Skyteam e dalla rottura con Air France «ho sentito che sarebbe di 200 milioni di euro - ha affermato Bianchi -. Ma non si tratta di una cifra che ci farebbe rinunciare all'operazione». Alitalia ed Air France-Klm sono legate da partecipazioni incrociate del 2% e sono partner nell’alleanza Skyteam. Il governo preferirebbe un acquirente italiano, ha spiegato il ministro, mentre ha escluso che la compagnia possa essere rilevata da un fondo di investimenti. «Air France avrebbe volentieri comprato Alitalia al prezzo più basso possibile per farne la sua compagnia regionale, con voli Parigi-Roma e Parigi-Milano, e voli interni» dice Bianchi. Invece «il compratore ci dovrà dire che la compagnia riconquisterà la predominanza sul mercato nazionale, con quote di mercato tra il 70% e l’80%, così come Air France o Lufthansa sui loro mercati nazionali, e anche che Alitalia si svilupperà sulle rotte internazionali» afferma il ministro.
Dalla partita si chiama fuori Marco De Benedetti. Il managing director del fondo Carlyle alla domanda su un possibile interesse sulla cessione di Alitalia ha risposto: «No, non credo, non ci sono le condizioni».


Ieri intanto il titolo è arrivato nuovamente a sfiorare quota un euro, guadagnando lo 0,48%, a 0,98 euro.

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