All’accordo tra Abi e consumatori hanno aderito quasi 200 istituti

L’accordo tra Abi e associazioni dei consumatori che sospende il rimborso dei mutui alle famiglie in difficoltà sembra partire col piede giusto. In vigore dal 1° febbraio, ha visto l’adesione di 197 istituti di credito (l’elenco è aggiornato quotidianamente sul sito www.abi.it) per oltre il 70% degli sportelli sul territorio: «Ora - dicono all’Associazione bancaria italiana - sta alle famiglie attivarsi per cogliere l’opportunità».
Si stima che quelle interessate siano circa 110mila. L’intesa prevede la sospensione per almeno 12 mesi della rata (per intero oppure solo per la quota capitale) di mutui fino a 150mila euro sottoscritti da clienti con reddito non superiore a 40mila euro annui, in seguito alla perdita del lavoro o all'ingresso in cassa integrazione, ovvero in caso di morte o della sopraggiunta non autosufficienza del mutuatario, se ciò si verifica nel biennio 2009-2010.
Restano però esclusi dall’intervento i mutui i cui pagamenti siano già in ritardo di oltre 180 giorni, i contratti di durata inferiore ai 5 anni, quelli che fruiscono di agevolazioni pubbliche o che godono di un’assicurazione a fronte della eventuale perdita del reddito, nonché i prestiti a rata fissa con tasso e durata variabili. Peraltro, nel periodo di sospensione, che non vale per le rate già scadute e non pagate, gli interessi contrattuali continuano a maturare e, al termine, l’ammortamento viene ripreso con un corrispondente allungamento del piano di rimborso. Sta comunque alla banca accettare o meno la richiesta di dilazione del debito, come pure offrire condizioni migliorative. Così, scorrendo l’elenco degli istituti che aderiscono all’iniziativa del Piano Famiglie, emerge che la Banca di Credito Cooperativo del Veneziano ricomprende nella moratoria dei debiti contratti con valore fino a 300mila euro e allunga a 18 mesi la sospensione ammettendola anche per la non autosufficienza di un familiare convivente o per la nascita del terzo figlio; e offre pure una dilazione di 12 mesi elevando il tetto dell’imponibile a 60mila euro. Nessuna precondizione rispetto all’importo del prestito e al valore del reddito è fissata dalle Banche di Credito Cooperativo di Cambiano, Castenaso e Carugate, quest’ultima prevedendo di sospendere solo la quota capitale. Lo stesso vale per la Banca di Udine e la Banca delle Marche, mentre la Banca Popolare di Vicenza, che applica la moratoria all’intera rata e per un periodo massimo di 18 mesi, consente il rimborso degli interessi alla fine del piano di ammortamento senza caricarne ulteriori. E se Bnl, che non mette limiti né al reddito né al mutuo, estende l’ambito dell’intervento anche ai prestiti personali, Monte dei Paschi promette la sospensione a tutti coloro che riscontrino un’incidenza della rata sullo stipendio superiore al 60%, mentre Veneto Banca estende la moratoria fino a un anno e mezzo e ammette i mutui a rata fissa con tasso e durata variabili.

Sul Piano Famiglie vigila il neocostituito tavolo di attuazione che coinvolge oltre all’Abi e ai consumatori, la presidenza del Consiglio, la Cei, il ministero del Lavoro, l’Anci e la Conferenza delle Regioni.

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