Roma

All’Archivio centrale i «regali» sono d’autore

Da quando Piero Dorazio nel 1992 donò all’Archivio Centrale dello Stato la sua opera Ginn Rull, costituita da due pannelli di m 2,50x2,30, la consuetudine che i diversi artisti ospitati nelle sale, in mostre personali e collettive, lasciassero un’opera d’arte a ricordo di un’esposizione appena conclusa ha fatto sì che ora l’Archivio Centrale (Piazzale degli Archivi all’Eur) possegga una vera collezione di Arte contemporanea, oggetto ora di una mostra che resterà aperta fino al 15 gennaio. I nomi sono tanti, circa 40, e sono destinati ad aumentare nel tempo. Tra gli altri sono presenti Giovanni Arcangeli, Massimo Campi, Patrizia Ciuffo, Antonio Bernardo Fraddosio, Enrico Lombardelli, Carlo Lorenzetti, Bertina Lopes, Tiziana Morganti, Paolo Pasticci, Antonio Pizzolante, Pietro Sforza Cesarini, Marcello Scuffi e Vanni Rinaldi, che ha donato la grande pala Fides et Ratio, dipinta nel 2000 per l’omonima enciclica di Giovanni Paolo II. La collezione si è arricchita recentemente della raccolta di disegni di Angelo Canevari (1901-1955), donata dagli eredi. Quest’ultima donazione, sistemata nella grande sala centrale dell’istituto, comprende i bozzetti preparatori dei mosaici del Foro Italico, della Casa della Scherma, della Casa delle Armi, del Teatro Dopolavoro Manifattura Tabacchi, poi trasformato nel cinema Nuovo Sacher. È preceduta dall'albero genealogico della famiglia Canevari, che, a partire dalla fine del Seicento, ha dato una ventina di artisti - architetti - ingegneri più o meno noti, a partire da Antonio Canevari, che a Roma divenne l’architetto ufficiale dell’Arcadia e progettò il Bosco Parrasio sul Gianicolo. L’ultimo discendente della famiglia Angelo Enrico Canevari ha donato all’archivio, oltre ai disegni del padre, una sua scultura intitolata Don Chisciotte (2002) realizzata in cartone, fili metallici, resine e vernici metallizzanti. A ben guardare, l’architettura stessa dell’Archivio è un’opera d’arte, con i suoi saloni, gli atri, gli ampi corridoi e i porticati esterni, oltre alle piazze scenografiche che lo circondano: un palcoscenico ideale per fruire dell’arte.
La mostra è visitabile su prenotazione fino al 31 marzo (tel.

06/54548568-569).

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