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Allarme immigrazione: sì ai profughi di guerra Il Viminale: "I clandestini verranno rimpatriati"

Sì delle Regioni al piano del governo per accogliere i libici in fuga dalla guerra Maroni in pista per bloccare gli irregolari, ma la Tunisia rinvia l’incontro. La Brambilla: "Salveremo il turismo a Lampedusa". Tendopoli in Sicilia per i disperati

Allarme immigrazione: sì ai profughi di guerra 
Il Viminale: "I clandestini verranno rimpatriati"

Roma - L’Italia accoglierà ed assisterà i profughi. Non i clandestini, che invece dovranno essere rimpatriati. Dal vertice del governo con le regioni è arrivato il via libera al piano messo a punto dal Viminale per una distribuzione su tutto il territorio dei rifugiati che potrebbero arrivare dalla Libia fino ad un massimo di 50.000 presenze. Il condizionale è d’obbligo perché al momento non risulta siano arrivati profughi ma, come ha tenuto più volte a ribadire il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, soltanto clandestini per lo più dalla Tunisia. Dunque il sì delle Regioni si riferisce ad eventuali arrivi futuri, sicuramente molto probabili, ma a quanto pare non per gli oramai quasi 6.000 disperati accampati a Lampedusa. Per l’isola allo stremo ci sarà un intervento ad hoc annunciato dal ministro del Turismo, Michela Brambilla. «La stagione turistica di Lampedusa vale 50 milioni di euro e noi la salveremo - dice il ministro -. Il piano di Maroni riporterà in breve la situazione alla normalità e anche se ci sarà un contraccolpo sul periodo di Pasqua noi interverremo con una campagna promozionale in modo che l’isola possa rifarsi nel periodo estivo».
A precisare i termini dell’accordo raggiunto sulla distribuzione dei migranti ci pensa subito la Lega con i suoi governatori. «Sia chiaro che si parla soltanto di profughi libici che al momento non ci sono - mette le mani avanti Luca Zaia, presidente del Veneto -. Quelli di Lampedusa sono clandestini ed il Veneto non è disponibile ad accoglierli». Identica la linea del governatore del Piemonte, Roberto Cota: il piano del Viminale, assicura, non prevede «la possibilità di accogliere nelle varie regioni italiane i clandestini provenienti dalla Tunisia o da altri Paesi del Nordafrica». Ma non sono soltanto le regioni leghiste a dire no ai clandestini. Anche la rossa Emilia Romagna con l’assessore alla Protezione civile Paola Gazzolo, tiene a puntualizzare che si parla «di profughi e non di clandestini» dei quali «si occuperà direttamente il governo».
Maroni avrebbe dovuto essere a Tunisi questa mattina «per concordare con le autorità locali iniziative che possano fermare il flusso verso Lampedusa». Ma l’incontro è stato rimandato di un giorno o due che in una situazione di emergenza come questa sono davvero un’eternità. Dall’inizio dell’anno sull’isola sono arrivati già 15.000 stranieri. «Tutti tunisini, giovani e maschi, una generazione in fuga - insiste Maroni -. La Tunisia è un paese amico e sono ottimista sulla possibilità di risolvere il problema». Ma il rinvio getta un’ombra sui possibili risultati della trattativa con Tunisi, cruciale per la risoluzione dell’emergenza.
Intanto da Lampedusa il sindaco Dino De Rubeis rilancia l’ennesimo grido d’aiuto. «I migranti dormono a terra in mezzo alla spazzatura», denuncia il sindaco. Ma il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, esclude rischi sanitari e di epidemie nonostante il sovraffollamento.
Che cosa si farà per decongestionare l’isola? Alcune tendopoli dovrebbero essere allestite in Sicilia ed in Puglia in siti della Difesa. Proseguono intanto i voli speciali, anche ieri circa 400 migranti sono stati trasferiti nei centri di identificazione di Puglia e Calabria. E ieri sera da Augusta è partita la nave militare anfibia San Marco che accoglierà circa 600 immigrati. Nessuna informazione sulla destinazione finale. È probabile che la nave attracchi a largo ed il trasbordo avvenga a piccoli gruppi e che in sostanza la san Marco si trasformi in un temporaneo centro di accoglienza.

Anche se il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha già escluso che le navi possano essere «trasformate in alberghi».

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