Cronache

Alta velocità, l'ultima minaccia dei No Tav: "Bloccheremo alcune tappe del Tour de France"

Annunciate contestazioni al ritiro della Juventus, in programma in questi giorni a Bardonecchia (Torino) e nelle tappe del Tour de France del 20 e 21 luglio prossimi. Intanto Bruxelles annuncia: ci sarà un taglio dei fondi per la Tav Torino-Lione per colpa dei ritardi

Alta velocità, l'ultima minaccia dei No Tav:  
"Bloccheremo alcune tappe del Tour de France"

Bloccare le tappe sul territorio italiano del Tour de France e contestare durante il raduno della Juventus a Bardonecchia (Torino). Sono queste le ultime delibere del movimento No Tav, emanate ieri durante una runione a Bussoleno (Torino). Il leader del movimento Alberto Perino ha lanciato i suoi propositi: "A Bardonecchia ci saranno centinaia di poliziotti: non dovremo neppure farli spostare per venirci a cercare. Dobbiamo essere dovunque, ma pacifici e determinati per evitare di farci male". Durante la riunione, i presenti hanno riservato applausi e manifestazioni di solidarietà nei confronti dei quattro arrestati durante gli scontri di domenica alla Maddalena di Chiomonte (Torino), per i quali oggi il Gip ha convalidato l'arresto. 

Dopo la dichiarazione d'intenti dei No Tav è arrivata la dura condanna da parte del presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. "Mi aspetto dai sindaci No Tav una chiara e forte condanna alla minaccia del movimento di bloccare la tappa pinerolese del Tour de France per contestare il treno ad alta velocità: sarebbe un autogoal enorme per l'intero territorio. La tappa è costata ai privati e alle istituzioni pubbliche una cifra importante e rappresenta un volano promozionale e turistico di grande valore. Sarebbe gravissimo anche bloccare il raduno della Juventus a Bardonecchia un altro evento sportivo promozionale per il quale gli enti locali hanno investito risorse e lavoro".  

E come se non bastasse, la Commissione europea ha annunciato che rivedrà l'ammontare dei finanziamenti Ue da destinare al progetto della Tav e che ci sarà un ulteriore taglio ancora da quantificare e da decire probabilmente in autunno. "Prendendo in considerazione i ritardi accumulati dal progetto negli ultimi 18 mesi, la Commissione esaminerà ora, come previsto e in linea con la revisione di medio periodo, insieme ai due paesi e all'Agenzia esecutiva Ten-T, quando potranno procedere i lavori per le attività che erano state identificate per il cofinanziamento durante il periodo previsto dal programma Ten-T esistente", si legge in un comunicato diffuso dalla Commissione. La decisione è dunque destinata a data da destinarsi e non viene ancora specificata l'entità del taglio dei fondi.

Ma "qualche riduzione ci sarà", secondo il vicepresidente della Commissione europea, con delega ai Trasporti, Siim Kallas. Al momento però "non possiamo ancora fare cifre – spiega Kallas- abbiamo bisogno di un periodo di valutazione insieme alle autorità italiane e francesi. Avevamo impegnato 671 milioni di euro per il collegamento Torino-Lione, ma l’accordo prevedeva che se non fossero stati assorbiti entro il 2015 ci sarebbe stato un taglio", ha detto Kallas durante una conferenza stampa a Bruxelles. E poi ha aggiunto: "Adesso valuteremo la situazione, ma realisticamente mi aspetto che taglieremo una parte dei fondi". Tutta colpa dei ritardi nell'apertura dei cantieri, della progettazione e anche dell'ostruzionismo di sindaci e del movimento No Tav.

Nemmeno due settimane fa, il ministro Roberto Maroni aveva dichiarato: ''Il cantiere si apre entro il 30, e l'opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue, ma soprattutto ai collegamenti con l'Europa, e quindi diciamo addio al futuro''. Adesso, il timore dell'esponente leghista rischia di tramutarsi in realtà. Il presidente del Piemonte, Roberto Cota tuttavia non si sente preoccupato "perché la Commissione Europea ha confermato che questa opera è prioritaria e quindi gli stanziamenti ci sono. Sono determinato ad andare avanti perché negli anni passati si sono fatte tante chiacchiere.

Adesso invece si devono fare i fatti, cioè bisogna rispettare tutta la tempistica, cosa che stiamo facendo puntualmente". 

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