Roma

Ambulatorio di via Canova, 14 mesi di farsa

(...) fa quando il vice rimarcò la prossima apertura del cantiere che entro quattro mesi avrebbe dato alla luce un primo blocco di Residenza sanitaria assistita (Rsa).
Aspettative che non potevano risultare più fasulle visto che proprio due settimane fa era stato stabilito che l’ambulatorio di via Canova avrebbe funzionato mezza giornata anziché 24 ore su 24 come stabilito in precedenza. Una decisione che presagiva l’agonia della struttura di via Canova fino alla chiusura definitiva malgrado le proteste del personale che sottolinea: «Sabato (domani, ndr) saremo ancora una volta in strada per cercare di osteggiare il provvedimento di chiusura ma anche per rimarcare - spiega Cristina Patrizi, responsabile del Sindacato medici italiani di Roma e Lazio - la necessità del presidio territoriale di prossimità (Ptp) e di un ambulatorio di continuità assistenziale per la popolazione residente nonché per i tanti turisti che affollano il centro. Sabato visite gratis per tutti contro la chiusura».
La chiusura definitiva del Ptp di via Canova è stata decisa per motivi tutti economici, poiché i vertici dell’azienda Asl Roma A hanno calcolato che il numero delle prestazioni erogate sarebbe troppo esiguo rispetto alla spesa affrontata per tenere attivo il servizio. E qui i conti non tornano. Si parla infatti di 700 prestazioni al mese, poco meno rispetto alle 800 del Ptp Nuovo Regina Margherita a Trastevere. Senza contare che pigiare sul tasto economia alla Giunta regionale non conviene per niente. «Per ristrutturare il presidio di via Canova ci sono voluti oltre un milione e 200mila euro. Troppo per tenerlo aperto solo un annetto quando poi, in questo periodo - denuncia il senatore Stefano De Lillo (PdL), membro della commissione Sanità di Palazzo Madama - sono stati avanzati centinaia di ipotesi di progetti per continuare a dare assistenza e che avrebbero interessato sia l’ambulatorio che il polo ospedaliero. La destinazione d’uso è e rimane quella per cui non si può tornare indietro. Il Ptp deve rimanere aperto perché resta l’unico punto di primo soccorso nel centro storico. La Regione, a fine legislatura, deve smettere di prendere decisioni affrettate che hanno a che fare con la salute. In questi cinque anni è mancata la programmazione sanitaria, il piano di riorganizzazione degli ospedali, la pianificazione dell’emergenza. Ora bisogna smetterla di procedere a tentoni. E questo è solo uno degli ultimi disastrosi risultati».
È singolare che Regione e Asl non abbiano tenuto in conto le ripercussioni negative che la chiusura di via Canova comporterebbe. Infatti l’interruzione delle attività specialistiche farà sì che gli utenti si andranno a riversare negli altri ambulatori che gravitano nel territorio, anche se lontani, intasandoli oltremisura.

Altro che calo delle liste di attesa.

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