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America’s Cup, la vela italiana «affondata» prima di iniziare

Venezia Challenge, sindacato italiano che aveva l'ambizione di partecipare alla America's Cup numero 34 nel 2013 a San Francisco è stato letteralmente buttato fuori dalla regata con uno stringato ma efficace comunicato in cui Ian Murray, direttore dell'America's Cup, non è stato in grado di soddisfare i requisiti minimi per continuare la sua avventura nell'America's Cup World Series e nella 34ª America's Cup: «Dopo lunghe discussioni - dice Murray - e diversi tentativi di risolvere la situazione nei tempi previsti, era stato raggiunto un accordo che imponeva allo sfidante di soddisfare certi obblighi entro il week end e i tempi sono scaduti».
I veneziani con sfida targata Palermo con il circolo Canottieri Roggero di Lauria non ci stanno, ovviamente: «Venezia Challenge contesta integralmente, le comunicazioni e i provvedimenti presi dall'organizzazione».
Da qualche giorno si sapeva che i velisti chiamati a far parte dell'equipaggio erano tornati a casa in attesa di eventi. Si sapeva anche che Russell Coutts, skipper di Oracle e capo di tutto aveva ormai il pollice verso contro Venezia Challenge e stava offrendo la sua barca, non pagata, ad altri. È questo infatti il problema mascherato dai comunicati: «Entro il 10 giugno 2011, tutti i concorrenti devono stipulare un accordo con ACRM per l'acquisto di almeno un AC45, e devono aver pagato l'iscrizione con un deposito non rimborsabile di ACRM. Se un concorrente non è in grado di farlo cessa di essere ammissibile all'evento». Attenzione però… da un'altra parte dello stesso documento è scritto che il Defender si riserva di ammettere «late entry», ovvero iscritti in ritardo a sua discrezione. Usando questa leva infatti restano in vita alcuni team che come Venezia Challenge non appaiono in regola con i pagamenti. E altri ne verranno, a quanto pare.

Ma non Venezia Challenge.

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