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Gli americani battono Cuba e si riprendono il baseball

NettunoEra la ventottesima finale mondiale per Cuba che inseguiva il suo venticinquesimo titolo iridato. La disfatta di Taiwan bruciava ancora. Quella Coppa del Mondo, che i caraibici si videro strappata due anni fa dagli Stati Uniti, doveva tornare sull'isola. Per dare vigore alla «Seleccion» era stato chiamato Esteban Lombillo, il manager che pochi mesi prima aveva portato al successo i Vaqueros de L'Avana. Troppo forti però gli Usa: i campioni del mondo di baseball sono ancora loro. L'ultima decisiva impresa ieri sera a Nettuno. È il quarto successo mondiale nella storia della nazionale americana e arriva dopo le delusioni delle eliminazioni ai Giochi di Pechino e al World Classic, il mondiale dei professionisti organizzato in casa in marzo. Un 10-5 inesorabile che ha piegato le gambe ai giocatori cari a Fidel.
Gli statunitensi hanno capito che anche stavolta dovevano allestire una squadra all'altezza per competere con i maestri cubani. E sono arrivati con una squadra ben farcita di pro. Dieci giocatori di Triplo A, il primo livello sotto le grandi Major, due con esperienze di grande lega (Bowers con Filadelfia ed Espineli con San Francisco). Un rosa talentuosa che incassa un’altra vittoria su Cuba che da qualche anno non riesce più ad imporsi. Come a Pechino dove fu costretta alla resa dalla Corea.
Al Mondiale c'era pure l'Italia. Due affermazioni su 7 partite contro Giappone ed Antille Olandesi. Ci si aspettava qualcosa di più dagli azzurri impegnati negli stadi di casa (tutti nuovi e ristrutturati, la vera grande eredità che ci lascia questo mondiale) e davanti ai propri sostenitori. Solo dodicesimi su 22 partecipanti. Un piazzamento che richiede uno sforzo maggiore alla ricerca di nuovi talenti da lanciare in nazionale. Due azzurri, il cesenate Maestri ed il sanremese Liddi, sono rimasti negli Usa. impegnati nelle finali con le loro squadre professionistiche. Ma ad altri giovani prospetti poteva essere offerta qualche chance. Un mezzo flop a livello di risultati, l'altra metà riguarda il pubblico che non ha risposto alle attese.

A parte Nettuno, la «città del baseball» che ha investito quasi mezzo milione per ristrutturare lo stadio della finale e dove ieri erano in quasi seimila a celebrare il trionfo americano.

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