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Gli amici terroristi di Prima Linea Le carte che imbarazzano Pisapia

Faccia a faccia tra i due candidati (guarda il video). L'ultima sparata di Pisapia: una moschea per l'Expo 2015 (leggi qui). La Moratti accusa: "Amnistiato per il furto di auto utilizzata per un pestaggio". Pisapia fece ricorso e fu assolto. Ma durante un interrogatorio il terrorista Sandalo rivelò: "Partecipai a quel furto con Barbieri, Donat Cattin e con il concorso organizzativo di Pisapia e Trolli, in vista di un successivo sequestro di persona da compiere in danno con William Sisti". Tutti sbagliano e il passato è passato. Però parla. E quello di Pisapia "vanta" amicizie tra le frange più estreme della sinistra

Gli amici terroristi di Prima Linea 
Le carte che imbarazzano Pisapia

Milano - "Io sono una moderata, lo sono sempre stata. Questo a differenza di Pisapia che è stato riconosciuto colpevole dalla Corte di Assise del furto di un veicolo utilizzato poi per un sequestro e il pestaggio di un giovane. L'amnistia non è assenza di responsabilità". L'accusa di Letizia Moratti a Giuliano Pisapia, candidato per la sinistra a Palazzo Marino, arriva al termine del faccia a faccia organizzato da Sky a quattro giorni dalle elezioni. Un faccia a faccia che si è concluso con le proteste di Pisapia e l'annuncio di una querela. Chi ha ragione? Leggendole carte è chiaro che la ricostruzione della Moratti è corretta.

"Fui arrestato, innocente, per banda armata e concorso morale nel furto di una autovettura - aveva spiegato lo stesso Pisapia qualche giorno fa in una intervista al Corriere della Sera - prosciolto dalla prima accusa; giudicato e assolto anche per la seconda. Si trattò di errore giudiziario, riconosciuto da una sentenza passata in giudicato, che comunque ho pagato con quasi quattro mesi e mezzo di carcere". Erano gli anni di Piombo, gli anni della contestazione. Un periodo oscuro per tutto il Paese. Anni in cui Pisapia "flirtava" pericolosamente e ospitava in casa sua esponenti della sinistra radicale, gente che di lì a breve avrebbe calcato le sanguinarie orme del terrorismo.

Bisogna fare un salto alla sera del 19 settembre 1977. Una pattuglia di vigili urbani fermava un furgone che "procedeva sobbalzando per poi fermarsi al centro dell'intersezione fra piazza Trento e via Crema". A quel punto, il conducente si dava alla fuga, ma veniva arrestato poco dopo ed identificato in Massimiliano Barbieri. A svelare i contorni della serata sarà, qualche anno più avanti, Roberto Sandalo, terrorista soprannominato "Comandante Franco" e arrestato il 29 aprile del 1980. Dopo la militanza in Lotta Continua a Torino (esponente del servizio d'ordine) aderì a Prima Linea partecipando a diversi attentati terroristici "Solo due anni e mezzo dal fatto - si legge nella sentenza - Sandalo ha confessato di avere partecipato a quel furto con Barbieri, Donat Cattin e con il concorso organizzativo di Pisapia e Trolli, in vista di un successivo sequestro di persona da compiere in danno con William Sisti, noto dirigente del gruppo milanese dell'MLS". Non solo. Proprio Sandalo (interrogato il 30 luglio 1980) ha riconosciuto il "Walter" Trolli e il "cugino" nelle fotografie di Massimo Trolli e di Pisapia (effettivamente fra loro cugini) ed è stato in gradodi indicare l'appartamento in cui si era svolta la riunione: "Questo è risultato essere l'abitazione di Giuliano Pisapia, nella quale all'epoca egli ospitava il cugino Massimo Trolli - si legge nella sentenza - sull'esattezza della identificazione di Pisapia e Trolli e dell'appartamento non vi sono dubbi, neppure per la difesa degli imputati".

Sandalo ha addirittura ricordato che "il nome sulla porta dell'appartamento era Pisapia e non Trolli". Notizia confermata anche da Massimiliano Barbieri, sentito dai pm milanesi il 15 ottobre 1980. Cosa ci facevano lì? "Pisapia, Trolli e il 'cuginetto' ci ribadirono la necessità di castigare il Sisti - si legge ancora nella sentenza - ci dissero che avevano fatto già ricognizioni in via Rimini dove abitava il Sisti e che usava rincasare per cena puntualmente". Sempre secondo Sandalo, infatti, Trolli e Pisapia "si erano avvicinati alle posizioni alle posizioni dell'area di Prima Linea e, contribuendo all'operazione Sisti, intendevano procurarsi una 'carta di credito' per entrare successivamente nella rete di combattimento delle squadre armate".

Secondo Barbieri, Pisapia non partecipò "materialmente all'azione contro il Sisti" unicamente perché lo conosceva "fino dagli studi universitari". Donat Catti, invece, ha negato anche la partecipazione di Pisapia alla riunione operativa. "Ma ciò - ha sottolineato la Corte - più che introdurre elementi di dubbio sulla fondatezza della accusa a suo carico, pone il problema delle ragioni che possano avere pesato, per Donat Cattin, (...) nell'ammettere, al pari degli altri, una presenza di Pisapia nell'abitazione di via Podgora".

L'attuale candidato del centrosinistra non fu, quindi, assolto in prima istanza e, contestualmente, la Corte di Assise dichiarò il reato "estinto per amnistia" (leggi il pdf). Nonostante l'amnistia concessa dalla Corte di Assise, Pisapia presentò un appello accolto dalla III Corte d'Assise d'Appello di Milano che nel 1985 lo ha assolto "per non aver commesso il fatto". "In conclusione non vi è prova - si legge nella sentenza - di una partecipazione del Pisapia, sia pure solo sotto il profilo di un concorso morale, al fatto per il quale è stata elevata a suo carico l'imputazione di furto". Dunque l'assoluzione venne solo in appello come sostenuto dalla Moratti.

Resta il fatto che Pisapia, il quale oggi si sforza di presentarsi come candidato moderato e rassicurante, per molti anni ha frequentato le frange più estreme della sinistra, tra cui anche quelle sfociate nel terrorismo, contrariamente al sindaco uscente. La Moratti ha sempre avuto un passato da moderata ("La mia formazione professionale è moderata, vengo da una famiglia moderata, tutta la mia vita ne è una testimonianza"), Pisapia "vanta" amicizie tra i terroristi che insanguinarono gli anni Settanta. Le dichiarazioni di Sandalo parlano, infatti, di rapporti con Marco Donat Cattin (meglio conosciuto in Prima Linea come Comandante Alberto). Certo, tutti sbagliano e il passato è passato; però parla.

Ed è chiarissimo per la Moratti, per Pisapia è, perlomeno, meno cristallino.

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