Anagrafe tributaria, una complicazione inutile

Per chi non lo sapesse, il governo della «svolta» ha elaborato una norma dar far impallidire il più kafkiano dei sistemi. Ovvero si è inventato il pagamento obbligatorio on-line delle imposte. È infatti stabilito che, in una parte del contestatissimo provvedimento conosciuto come Grande fratello fiscale, dal 2007 tutti i contribuenti con partita Iva non possono più pagare le tasse direttamente in banca o alla posta, così come è sempre stato.
Dalla data in questione tutti questi soggetti sono obbligati ad avvalersi di un intermediario abilitato il quale stabilirà un contatto diretto con l’Agenzia delle entrate di competenza. Quest’ultima aprirà un file relativo ad ogni singolo contribuente attraverso cui saranno effettuati tutti i pagamenti. Ora, la cosa stupefacente è che tutto ciò viene sostenuto concettualmente dall’esigenza di contrastare e prevenire l’evasione fiscale in materia di Iva e di imposte dirette. Evidentemente il buon Vincenzo Visco, non nuovo a simili trovate, ritiene di prendere in castagna i furbacchioni fiscali facendo diventare più complicata ed onerosa la metodologia con la quale i lavoratori indipendenti versano le tasse all’Erario.
Francamente qualunque persona dotata di buon senso riterrebbe utile il contrario; ovvero rendere il più possibile agevole la strada per onorare il proprio dovere contributivo. Ma il viceministro, dall’alto di una lunga esperienza di vampiro fiscale, pensa che sia molto meglio creare una sorta di percorso di guerra burocratico anziché realizzare i classici ponti d’oro onde facilitare al massimo il senso civico dei cittadini pagatori. Oltre a ciò, bisogna poi contare l’effetto «tassazione occulta» insita in questo demenziale provvedimento. Difatti, sebbene nel testo di legge si menzioni la possibilità che i contribuenti stabiliscano un contatto diretto - via Internet - con la citata Agenzia delle entrate, la complessità della cosa costringerà la maggior parte dei diretti interessati a rivolgersi a consulenti, banche ed associazioni di categoria. A questo proposito la Confesercenti, associazione di commercianti appartenente all’area di sinistra, ha già provveduto ad istituire un proprio servizio con relative tariffe, invece di battersi con vigore per eliminare una norma così assurda e vessatoria per il contribuente.
Una norma che non serve affatto a contrastare l’evasione fiscale, bensì esclusivamente ad alimentare quella sempre più florida industria delle scartoffie che trova il suo sostegno su analoghe forme di intermediazione burocratica. E spesso, soprattutto nei confronti delle attività cosiddette marginali, ciò rappresenta un esborso assai superiore rispetto a quanto si paga effettivamente in tasse. In tal modo si perdono preziose risorse che potrebbero essere altresì impiegate in investimenti produttivi.

Ma questo per il governo di centrosinistra è evidentemente un aspetto secondario rispetto ad una curiosa lotta all’evasione fiscale compiuta a colpi di contorcimenti burocratici, partoriti dalla fervida mente di quel Grande Fratello fiscale che è Vincenzo Visco.

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