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Anche nel mondo virtuale arriva la crisi economica

Crolla il sistema bancario di Second Life. Il giro di vite sul gioco d’azzardo ha causato una corsa al ritiro di risparmi. Molti finivano in operazioni basate su schemi piramidali

Anche nel mondo virtuale arriva la crisi economica

Linden Lab ha sempre cercato di attirare in SL un’utenza rispettabile e appetibile per il business, ma finora era anche stata alquanto tollerante verso le attività più criticabili dei propri iscritti. Ora, raggiunta una certa popolarità, sta facendo pulizia.
A maggio, reagendo alle accuse dei media sulla perversione di SL, i Linden hanno vietato i contenuti “ampiamente offensivi”, con una formula molto generica che ha causato diverse proteste. A luglio è stato bandito il gioco d’azzardo, ufficialmente per la difficoltà di adeguarsi alle legislazioni esistenti. I casinò non erano moltissimi, dato che si giocava solo in una piccola parte di quel 18% di isole classificate “mature”, ma erano al centro di molte speculazioni finanziarie.

Il divieto ha quindi innescato la corsa al ritiro dei risparmi dalle banche virtuali e si è scoperta l’acqua calda: in un mondo dove le finanze, dai tassi di cambio dei linden ai prezzi dei terreni, sono rigidamente controllate e gestite da Linden Lab, per le banche non esiste la possibilità di fare grandi profitti. Gli interessi sui depositi promessi dai banchieri, anche superiori al 100% all’anno, erano solo degli schemi a piramide. Truffe.

La banca Ginko, la più grande, che aveva rastrellato il corrispondente di 750 mila veri dollari Usa di 18 mila residenti, di fronte al panico dei clienti ha bloccato i prelievi e ha ammesso di non avere liquidità né beni vendibili. Il suo proprietario, Nicholas Portocarrero, di cui non si sa nulla di certo, ha detto di avere speso circa 90 mila dollari in stipendi per sé e per i suoi collaboratori e molti altri soldi in non precisati progetti su Web. Per cavarsi dagli impicci, Ginko ha emesso delle obbligazioni “perpetue”, intestate ai suoi ex correntisti e quotate in una delle tre borse di SL. Il valore delle obbligazioni, naturalmente, è crollato subito e i correntisti adesso hanno in mano poco più che carta straccia. Per il momento non c’è stata alcuna denuncia e Linden Lab dice di non voler intervenire, mentre le altre banche e borse virtuali continuano a speculare, soprattutto grazie all’ingenuità dei newbie.

È difficile pensare che Linden Lab non avesse previsto che il divieto del gioco d’azzardo avrebbe fatto saltare il banco anche a questi pirati finanziari, per cui è chiaro che il suo obiettivo ora è eliminare o emarginare progressivamente tutte le attività meno edificanti di SL.

Il prossimo passo in tale direzione sarà il controllo delle identità dei residenti, già lanciato in fase di test.

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