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Annozero, Travaglio va in tv senza contratto

Il comunicato di Santoro: "Il contratto non c'è, ma il giornalista farà il suo editoriale". Il dg: "Programma non in discussione, ma bisogna cambiare linea editoriale". Il Fatto, la gazzetta delle Procure debutta col copia-incolla 

Annozero, Travaglio va in tv senza contratto

Roma - Non si sciolgono ancora il nodo e la bagarre mediatica montati attorno alla trasmissione di Michele Santoro, Annozero. Non ci sarà, infatti, l'atteso incontro tra il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e il presidente dell’Autorità per le garanzie nella comunicazioni, Corrado Calabrò, che avrebbe dovuto far luce sulle presenze all'interno del programma e soprattutto sulla posizione dell'opinionista Marco Travaglio.

"Ma Travaglio ci sarà" Il contratto per la sua prestazione da collaboratore non c’è, ma la presenza di Travaglio nella prima puntata di Annozero, in onda domani nel prime time di Rai2, è ampiamente prevista. Almeno è quanto si evince dal comunicato sulla trasmissione preparato dalla redazione e ora al vaglio dell’ufficio stampa Rai dove si parla di un "editoriale di Marco Travaglio". La puntata è tutta incentrata sulla libertà di stampa, come già annunciato ieri da Santoro: "C’è un pericolo per la libertà di espressione in Italia? Ci sono domande proibite? Ci sono giornalisti indesiderati e trasmissioni all’indice? Si chiama 'Farabutti' la prima puntata di Annozero che torna domani sera alle 21 su Rai2. Ospiti di Michele Santoro il segretario del Pd Dario Franceschini, il deputato del Pdl Italo Bocchino, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, il direttore de L’Unità Concita De Gregorio e il giornalista Enrico Mentana. I servizi di questa puntata sono realizzati da Corrado Formigli e Luca Bertazzoni. Grande attesa per l’editoriale di Marco Travaglio e le vignette di Vauro" conclude il comunicato.

Masi garantisce su Annozero "Non è in discussione che Annozero vada in onda, è in corso solo un approfondimento su un collaboratore esterno di una trasmissione che ha avuto tutto quello che ha chiesto" ha chiarito il direttore generale della Rai, Mauro Masi, chiarendo che con Agcom "c’è un fitto scambio in corso". Masi ha, infatti, "mandato tutta la documentazione rilevante: l’autorità dovrà rispondere a nostro giudizio c’è una diffida in capo alla Rai del febbraio scorso". Sono, infatti, in corso i contatti tra la Rai e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sulla vicenda Annozero. L’Azienda ha inviato la documentazione all’organismo di garanzia dal quale attende le valutazioni sul caso. Poi - secondo le stesse fonti - ci sarà comunque un incontro tra la direzione generale della Rai e l’Autorità.

"No a programmi contro" Per Masi "è indispensabile una riflessione sul servizio pubblico", anche per quanto riguarda "la linea editoriale". È quanto ha detto lo stesso dg in audizione davanti alla commissione di vigilanza. "Il servizio pubblico deve essere plurale, fare riferimento alle diverse opinioni dei cittadini e dare una garanzia per tutti", ma "nella mia vita professionale non ho mai visto in altri paesi reti del servizio pubblico che fanno propaganda politica contro". Per Masi nel servizio pubblico "bisogna fare le inchieste più trasparenti possibile, questo è un lavoro che va rispettato e vanno rispettate quelle professionalità che seguono questo percorso" e questo a prescindere dalla conclusione dell’inchiesta, "dove arriva, arriva". Ma per Masi non possono esserci "trasmissioni che sono contro a priori", il concetto di "a priori va in contraddizione con il servizio pubblico".

Rischio sanzioni L’incontro tra Masi e il presidente dell’Agcom era stato chiesto dal direttore generale di Viale Mazzini per discutere sulle diverse interpretazioni emerse nell’ultimo cda della Rai circa l’effettiva portata delle passate diffide dell’Autorità e relative, in particolare, all’attacco di Marco Travaglio al presidente del Senato Renato Schifani nel corso di una puntata di Che tempo che fa e a una puntata di Annozero che propose un filmato nel quale Beppe Grillo criticava il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il nodo del contratto a Travaglio sarebbe infatti legato al rischio che l’azienda incorra in sanzioni fino al 3% del fatturato (circa 90 milioni) nel caso di violazione degli obblighi di servizio pubblico (soprattutto la completezza e l’imparizialità dell’informazione).

La sanzione, che comunque non è mai preventiva, può essere comminata o direttamente in caso di violazione estremamente grave o in caso di reiterato comportamento già censurato dall’Agcom.  

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