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Prima apparizione di Strauss-Kahn in tv "Una trappola, ma mi scuso coi francesi"

L’ex capo del Fmi parla al tg di punta francese, su Tf-1, dopo lo scandalo sessuale al Sofitel di New York: "Non c’è stata violenza: solo una relazione inappropriata, una mia debolezza morale". Un complotto? "Forse sì. Volevo candidarmi all'Eliseo, non lo farò". Davanti agli studi tv un corteo di femministe grida contro di lui

Prima apparizione di Strauss-Kahn in tv  
"Una trappola, ma mi scuso coi francesi"

Poltrona comoda, ora di massimo ascolto, interlocutrice fidata, moglie complice. Tutto calcolato fino ai minimi dettagli per il grande ritorno mediatico di Dominique Strauss Kahn. Passa da qui la riabilitazione del tombeur de femmes diventato orco internazionale dopo l’accusa di stupro di una cameriera. Passa dal tg di punta di Tf-1 e da una difesa studiata nei più piccoli particolari e camuffata da apparente mea culpa. Non c’è stato rapporto a pagamento con la cameriera del Sofitel né tantomeno violenza sessuale. Piuttosto «un errore morale», commesso «nei confronti di mia moglie, dei miei figli e anche dei francesi». Debolezze, insomma, ma nessun reato, è la difesa di Dsk. «È stata una relazione inappropriata, uno sbaglio».

Che, a causa delle sue pesantissime conseguenze, avrebbe fatto esplodere nuove debolezze, racconta desolé l’ex direttore del Fondo monetario internazionale: «Ho avuto paura, molta paura - ha spiegato a proposito dell’arresto -. Quando sei preso in un meccanismo del genere, hai l’impressione che può farti a pezzi». E sospetti anche che possa trattarsi di una trappola: «È possibile. Un complotto? Vedremo».

Tutto studiato con cura dal leader socialista, compreso l’ingresso dal retro, per evitare il gruppo di femministe che ironiche fingevano di essere in piazza per «sostenete i grandi uomini bianchi e le loro virili tradizioni». Ora che può di nuovo tornare a scegliere, Strauss Kahn ha voluto una giornalista amica, Claire Chazal, da vent’anni volto di punta delle news di Tf1 e stretta confidente della moglie-chioccia Anne Sinclair, per l’apparizione attesa da giorni: la prima intervista dopo la graticola giudiziaria e l’archiviazione dalle accuse di violenza sessuale sulla cameriera dell’hotel Sofitel di New York. La gogna mediatica, le manette in mondovisione di quattro mesi fa, quando il terremoto giudiziario si è abbattuto sull’ex direttore del Fondo monetario internazionale, sono acqua passata dopo l’archiviazione del caso penale, ma restano un’onta difficile da cancellare. E c’è qualcuno che merita pubblica lode per non aver scaricato il grande accusato. Così la moglie Anne Sinclair conquista la medaglia di «donna eccezionale» e un doveroso «senza di lei non ce l’avrei fatta», che i più maligni attribuiscono al pagamento della cauzione da 6 milioni di dollari per ottenere i domiciliari ai tempi dello scandalo.

Ma prima ci sono nuovi dettagli da chiarire. Le accuse di Tristane Banon, la giornalista e scrittrice che ha denunciato Strauss Kahn per una tentata violenza datata 2003. «Immaginarie», le liquida Dsk. «Una calunnia», aggiunge. Archiviato l’incubo iniziale, Strauss Kahn non può tralasciare i due pesi giudiziari che pendono ancora su di lui. Da una parte la causa civile intentata dalla sua grande accusatrice, la cameriera Nafissatou Diallo, che prova ad avere giustizia dopo il fallito tentativo in sede penale. Dall’altra l’inchiesta aperta in Francia dopo la denuncia della Banon e sulla quale Dsk avrebbe fornito alla polizia una versione inedita, ammettendo di aver tentato di baciare la giovane.

Donne e guai giudiziari. Poi è stata la volta di affrontare le questioni politiche. Chiusa la partita delle presidenziali, nella quale Dsk era il favorito prima dello scandalo: «Chiaramente non sarò candidato. Avrei voluto ma non lo sarò». Quanto alle primarie per la scelta dell’uomo da opporre a Nicolas Sarkozy: «Non è mia intenzione immischiarmi». Eppure il leader della gauche non esclude un ritorno: «Mi prenderò del tempo per riflettere e per riposare, ma tutta la mia vita è stata consacrata all’essere utile per il bene pubblico. Vedremo». I francesi, però, non hanno fretta.

Il 53% - rivelava ieri un sondaggio del Journal du Dimanche - sperava che Dsk andasse in tv per annunciare il suo ritiro dalla vita politica.

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