Appello al Colle

Illustre Presidente,
le scrivo questa brevissima lettera nello spirito con cui ogni parlamentare (nel caso mio Senatore della Repubblica) deve svolgere l’alta funzione descritta in modo icastico dall’art. 67 della Costituzione: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione (N maiuscola, ndr) ed esercita la sua funzione senza vincolo di mandato».
Il solo vincolo che io, ora, sento, è quello imposto alla mia coscienza etica, civile e democratica in quanto eletto dal popolo per dire a Lei, Signor Presidente, che il Consiglio dei Ministri guidato dal Presidente Romano Prodi - da Lei nominato - ha compiuto un «golpe» nel destituire il Comandante della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale. Il genenerale Speciale non ha ceduto, né alla richiesta di dimettersi, né alla «lusinga» di essere «accontentato» con la nomina a Consigliere della Corte dei Conti. Credo, infatti che il generale Speciale non si lascerà «lusingare».
Non so cosa farà il generale Speciale per salvaguardare la sua personale dignità, ma a Lei, Signor Presidente, spetta il doveroso compito di tutelare l’onore del Corpo della Guardia di Finanza, che serve lo Stato in uno dei settori più delicati della Nazione. La Guardia di Finanza è stata offesa da un potere «totalitario» del Governo esercitato per punire un generale, che ha compiuto il suo dovere istituzionale.
Lei, signor Presidente della Repubblica, ha il potere di convocare il Presidente del Consiglio richiamandolo al dovere di annullare un atto illegale compiuto, per di più, contro un generale di Corpo d'armata, di cui Lei è il Comandante supremo.
L’atto illegale del Governo è avvenuto nel giorno stesso in cui Lei convocava al Quirinale i Corpi e le Magistrature dello Stato per celebrare il 61° anniversario della Repubblica italiana.


Distinti ossequi.
* Senatore di An

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