Apple cancella Apollo: Milano protesta

Il cinema chiude e Maran esulta su Facebook. I cinefili lo attaccano ma il Comune conta i dollari

Milano è città che divora se stessa. Tritura. Digerisce. Ma plasma. E ricrea. Il suo miracolo forse è proprio quello. Alla fin fine, nulla si perde e si finisce per ritrovarlo - ora in vesti diverse, ora con eguale aspetto - in una sede nuova. Per tanti versi impensabile. Il destino di distruzione con premesse di probabile futura rinascita tocca ora il cinema Apollo in galleria De Cristoforis. Un'istituzione che ha i mesi contati. Sparirà. E al suo posto arriverà la mela morsicata di Apple. Un segno dei tempi. Eppure Milano, che forse un giorno vedrà rinascere altrove un nuovo Apollo, si è già divisa fra chi si strappa le vesti e chi esulta in nome di Steve Jobs. Uno che si innamorò pazzamente della Big Apple italiana.

Nostalgia e futuribilità, insomma. Un assaggio lo si è avuto dalla pagina facebook di Pierfrancesco Maran, di mestiere assessore a traffico e viabilità, che - pur masticando l'amaro di una malinconia annunciata per le sale che spariranno - si dice entusiasta del nuovo arrivo. Ma, trattandosi di un personaggio con una carica pubblica, benché da un pulpito strettamente personale, è stato bersagliato dai tanti milanesi invece meno interessati a Mac, I-phone, I-pad e quant'altro e già rimpiangono Dafne, Elettra, Gea, Urania e Fedra. Ovvero le sale del cinema sotterraneo.

Resterà un solo grande schermo, questi i patti. Poi le rosse poltrone faranno posto a un ventre che ospiterà processori, telefonini, tablet e computer di ultima generazione. Eppure qualcuno che ride c'è. Oltre a Maran, il Comune. Tanto per non far nomi. Si metterà in tasca i 590mila euro appena spesi per ristrutturare piazza del Liberty. A rimpinguare le casse sarà l'azienda di Cupertino che ha acquistato pure il cubo di vetro dove, fino a qualche settimana fa, stava un bar. Da lì uno scalone presidenziale affonderà nel sottuosolo pieno di postazioni internet e connessioni web.

Lionello Cerri, attuale gestore del cinema al 50% con Immboliare cinematografica che possiede anche i locali di galleria De Cristoforis, ha una voce bassa e solo la dignità gli impedisce di lasciarsi tradire dal magone. «Dobbiamo subire una decisione legittima, ma nostro malgrado, presa dalla proprietà dell'immobile, nel merito della quale non posso entrare. Certo sarà una grave perdita» spiega. Ma si intuisce che il dispiacere farebbe pronunciare parole più ingombranti. Cerri gestisce dal 2005 con lusinghiero successo uno dei locali che attira migliaia di persone ogni settimana. E ora? «Non conosco il futuro - aggiunge - ma il nostro obiettivo è ampliarci. Non restringerci. Sapevo che questa decisione era nell'aria, adesso vedremo come muoverci. Per ora continuiamo con l'Anteo e l'Ariosto. In entrambi i casi siamo gestori, non proprietari dei muri».

A rimetterci però sarà la cultura e forse la stessa programmazione aziendale rischia di subire contraccolpi con la perdita di un locale storico così importante. «Prima dell'effettiva chiusura passeranno ancora molti mesi - continua Cerri - e nel frattempo si vedrà. L'Apollo è un'impresa sana nell'economia cittadina. Noi spendiamo ogni energia per far crescere il cinema a Milano e l'Ariosto, ad esempio, è stato ristrutturato di recente proprio in quest'ottica. Non ci lasceremo sfuggire opportunità, ma al momento è difficile, forse impossibile, azzardare ipotesi».

Fiducioso disappunto, dunque. Ma la città che cambia e non resta immobile, impone pedaggi.

Anche al cuore.

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