Cultura e Spettacoli

gli archeologi italiani trovano due crani ittiti

Una squadra dell'Università di Lecce ha effettuato l'importante scoperta in Anatolia: i teschi hanno tremilacinquecento anni

Una scoperta emozionante. Due crani umani risalenti a tremilacinquecento anni fa. Il merito va a una squadra di ricercatori dell'Università di Lecce. Da tempo gli archeologi sono al lavoro nel tumulo di Yumuktepe, uno dei più antichi insediamenti nella provincia di Mersin, nell'Anatolia meridionale. Dunque, gli scienziati guidati da Isabella Caneva hanno portato alla luce i due teschi, insieme ad altrettanti sigilli. I teschi risalirebbero a 1500 anni prima di Cristo, nel periodo della dominazione ittita dell'Anatolia; i sigilli, addirittura, al 6500 avanti Cristo. E gli esperti sostengono che si tratta dei ritrovamenti più importanti mai effettuati in Turchia sino ad oggi. Nel corso della stessa campagna di scavi, gli italiani hanno ritrovato una tomba del periodo Neolitico, contenente all'interno uno scheletro umano che risalirebbe a 8000-8200 anni fa. Questa tornata di savi si chiuderà il 3 settembre; certo, la zona è una miniera di reperti: la prima spedizione fu effettuata nel 1936 dall'archeologo britannico John Gargstang. Le sue ricerche, interrotte per lo scoppio della Seconda guerra mondiale, vennero riprese nel 1946. Gli italiani sono arrivati in questa provincia nel 1993. Grazie all'impegno dell'Università di Lecce e del Cnr.

Oggi si raccolgono i frutti di questa lunga stagione di impegno.

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