Cultura e Spettacoli

Archeologia, torna a Londra il Cilindro di Ciro

Il manufatto d'argilla considerato la prima
carta dei diritti umani, che risale a 2.500
anni fa, è stato rimesso nella sua teca del
British Museum dopo un prestito a Teheran
preceduto da polemiche politiche

È stato ricollocato nella sua teca al British Museum di Londra il cosiddetto Cilindro di Ciro, un blocco d'argilla considerato la prima carta dei diritti umani della storia, che da oltre sette mesi in prestito al museo nazionale di Teheran. Lo ha riferito il sito web del quotidiano «Times», ricordando come il manufatto, risalente a 2.500 anni fa, sia da mesi al centro di querelle tra le autorità iraniane e britanniche. Oltre un milione di iraniani hanno ammirato il Cilindro, esposto da settembre dello scorso anno nella capitale della Repubblica Islamica. Un prestito, quello del British Museum, che il direttore dell'istituzione britannica, Neil McGregor, non ha esitato a definire «destinato a guarire vecchie ferite», in riferimento allo stallo delle relazioni diplomatiche tra Iran e Gran Bretagna.
Teheran, infatti, accusa Londra di aver fomentato le proteste scoppiate in Iran dopo le elezioni presidenziali del giugno 2009, quando l'Onda Verde scese in piazza accusando il governo di brogli elettorali.
Ma il percorso che ha portato al prestito all'Iran del celebre manufatto si è rivelato molto accidentato e ha rischiato di aggravare la crisi politica tra i due paese. Tutto ha avuto inizio lo scorso anno con il rifiuto da parte del British Museum di concedere in prestito il Cilindro di Ciro al Museo nazionale di Teheran. Dopo aver lanciato una sorta di ultimatum, lo scorso 7 febbraio, l'allora ministro del Patrimonio Culturale e del Turismo iraniano, Hamid Baqaei, oggi capo dello staff presidenziale, aveva reagito al rifiuto, annunciando l'interruzione di «ogni forma di relazione culturale con l'istituto britannico» e il divieto di lavorare in Iran per gli archeologi britannici.
La motivazione principale del rifiuto di Londra era da imputare, secondo le autorità iraniane, alla crisi politica in corso nella Repubblica Islamica, scoppiata all'indomani delle elezioni. Le accuse degli iraniani erano state accolte con grande stupore da Londra. In un comunicato il British Museum spiegava che il rifiuto era solo momentaneo e dipendeva dalla scoperta di nuove tavolette d'argilla che avrebbero potuto allargare il campo delle ricerche sul Cilindro di Ciro. Ad aprile, tuttavia, lo stesso Baqaei aveva annunciato che il museo britannico aveva accettato di consegnare il Cilindro di Ciro all'Iran. A settembre la situazione si era definitivamente sbloccata con l'arrivo a Teheran del manufatto.


Il Cilindro di Ciro, scoperto nel 1878 dall'archeologo Hormuz Rassam durante gli scavi del tempio di Marduk a Babilonia, deve la propria notorietà al fatto di essere considerato la prima carta dei diritti umani della storia, precedendo la Magna Charta di più di un millennio.

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