Stile

Artigiani e designer a Doppia Firma

In mostra 19 opere dove il «progetto» incontra il «saper fare»

Fabrizio Rinversi

Franco Cologni è una di quelle rare persone alle quali, pur sulla base di molti anni di conoscenza personale, è impossibile dare del tu. Il motivo è racchiuso in due parole: rispetto e riconoscenza. Sentimenti dovuti ad un uomo che ha scritto la storia dell'orologeria contemporanea assieme a manager del calibro di Nicolas G. Hayek, Günter Blümlein e Jean- Claude Biver. Una «percorso» luminoso, cominciato nel 1970, che lo ha portato al timone di un brand leggendario come Cartier e, poi, di un Gruppo leader mondiale nel segmento lusso, qual è Richemont. Attualmente, Cologni, classe 1934, si dedica, a tempo pieno, alle sue passioni di una vita: «Oggi ho superato l'elemento settoriale dell'orologeria. Sono molto curioso, in merito a tutti i mestieri, di analizzarne l'artigianalità e l'invenzione. Qualità che rendono più facile e più bella la vita, e che uno porta volentieri attorno a sé e su di sé». Una strada questa, che aveva cominciato a preparare già nel 1995, avviando la Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte, e che ha proseguito nel 2016, fondando assieme a Johann Rupert Presidente della Compagnie Financière Richemont -, la Michelangelo Foundation for Creativity and Craftmanship (sede a Ginevra): obiettivo comune delle due organizzazioni private è quello di preservare, promuovere e sostenere i mestieri d'arte, per assicurarne l'avvenire e rinforzarne i legami con il mondo del design, attraverso iniziative culturali, divulgative e scientifiche e la creazione di legami a livello europeo con altre associazioni operanti nella stessa direzione. In un simile contesto, s'inquadra la quarta edizione di «Doppia Firma Dialoghi tra Pensiero Progettuale e Alto Artigianato», progetto di Fondazione Cologni, sviluppato con Living, magazine di interiors, design e lifestyle del Corriere della Sera e presentato, in occasione del Salone del Mobile di Milano, proprio dalla Michelangelo Foundation: fino a domani, presso Villa Mozart, saranno esposte 19 opere originali, frutto del sodalizio creativo tra un designer/artista e un artigiano, o manifattura d'eccellenza, una contaminazione reciproca tra cultura dell'idea e saper fare. Ecco, allora, le collaborazioni tra un gigante del design come Patricia Urquiola (Spagna) e Bottega Ghianda (Italia, da due secoli riferimento assoluto per la lavorazione artigianale del legno pregiato) opera intitolata «Albura» -, oppure tra Vito Nesta, affermato designer pugliese, e il laboratorio artigianale di carte da parati di San Patrignano lavoro chiamato «Pearl Harbour». Di grande rilievo, poi, tutti gli altri professionisti coinvolti, come Sam Baron, Boris Berlin, Marcello Panza e manifatture quali Nymphenburg (da Monaco di Baviera, specializzata in porcellane dal 1747) e Atelier Mestdagh (dal Belgio, dal 1947 dedicato esclusivamente alla lavorazione del vetro).

Insomma, vetro, ceramica, carta, porcellana, marmo, legno, argento, ottone, fino a nuove interpretazioni decorative, in «Doppia Firma», hanno dato vita a linguaggi espressivi accomunati da un termine semplice quanto significativo: eccellenza.

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