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Assange smaschera i pm: "La tempistica dei processi dettata da motivi politici"

Tra i quasi 300mila cablogrammi pubblicati oggi c'è un rapporto dell'ex numero 2 dell'ambasciata Usa a Roma in occasione della bocciatura del lodo Alfano nel 2009

Assange smaschera i pm: 
"La tempistica dei processi 
dettata da motivi politici"

Londra - Fra i quasi trecentomila cablogrammi pubblicati oggi da Wikileaks quasi tremila riguardano l’Italia. E ce n’è uno che risale all’8 ottobre 2009 sulla bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale e i difficili equilibri fra i poteri dello Stato. A firmare il rapporto, diretto agli alti funzionari di Washington, è l’ex numero 2 dell’ambasciata americana a Roma, Elizabeth L. Dibble.

Tempistica giudiziaria dettata dalla politica Nel resoconto la Dibble parla di Silvio Berlusconi, impegnato in numersi processi che protrebbero "diventare una distrazione significativa. Per evitare che il presidente del Consiglio venga condannato in alcuni casi gli avvocati di Berlusconi fanno una vera e propria corsa contro il tempo perché i reati cadano in prescrizione, premette la Dibble, ricordando che "la magistratura italiana, altamente indipendente, era ai tempi della Guerra Fredda un covo tradizionale di esponenti del partito comunista". Nonostante ciò, osserva che "la tempistica delle azioni giudiziarie, comprese quelle contro alcuni esponenti del centrosinistra, sembra spesso dettata da motivi politici". Da tutte queste vicende, la Dibble trae comunque la conclusione che Berlusconi "detiene una solida maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento ed è ancora popolare con la sua base politica" ma soprattutto perché "l’opposizione del Partito Democratico è disorganizzata, e la coalizione dei dissidenti non è abbastanza forte".

Annunciati 300mila documenti Wikileaks, il sito di Julian Assange specializzato nella divulgazione di documenti segreti, ha pubblicato sul suo sito Internet la totalità dei 251.287 dispacci diplomatici americani in suo possesso. Sul suo account Twitter, Wikileaks ha annunciato la diffusione di "251.287 cablogrammi diplomatici americani, consultabili con l’aiuto di parole chiave", fornendo l’indirizzo del sito internet che li ospita.

Trovate voi le notizie "Twittate le vostre scoperte importanti. L’intera stampa mondiale non ha sufficienti risorse ed è sostanzialmente faziosa". È questo l’appello rivolto dallo staff di Wikileaks agli utenti di Twitter, invitati quindi a dare il proprio contributo nella ricerca di notizie tra i 251 mila cablogrammi del Dipartimento di Stato americano pubblicati oggi dall’organizzazione. E sempre su Twitter, lo staff di Wikileaks sta via via annunciando il numero di dispacci - tra quelli pubblicati - riguardanti i diversi Paesi del mondo in cui hanno sede le ambasciate e i consolati americani. 

Testate in rivolta contro Assange Le testate che si erano associate a Wikileaks nella prima pubblicazione dei cablogrammi del Dipartimento di Stato Usa hanno criticato la scelta di mettere in rete il resto dei documenti senza un filtro preventivo. "Deploriamo la decisione di pubblicare i cablo non rivisti che può mettere alcune fonti in pericolo" hanno affermato Guardian, New York Times, El Pais e Der Spiegel in un comunicato congiunto. "Difendiamo ciò che abbiamo fatto in collaborazione con Wikileaks, ma siamo uniti nel condannare la pubblicazione dei dati completi, che non era necessaria" scrivono i quattro giornali precisando che "la decisione di pubblicare da parte di Julian Assange è stata sua e sua soltanto".  

I precedenti Nei giorni scorsi il sito aveva cominciato a diffondere 134mila cablogrammi senza omettere dati sensibili che potevano mettere in pericolo vite umane, riconducendo alle fonti delle informazioni. Questa scelta aveva fatto infuriare l’Australia, protagonista di parte dei documenti riservati finiti online, che aveva accusato il suo cittadino Assange di danneggiare la sicurezza nazionale e l’operatività degli agenti coinvolti nella lotta al terrorismo con rivelazioni inopportune e pericolose.

Il popolo della Rete con Assange A favore della pubblicazione dell’intero archivio si era schierato ieri il "popolo di internet": il sito di Assange, infatti, aveva lanciato un sondaggio su Twitter chiedendo agli utenti di pronunciarsi in merito alla possibile diffusione di tutto il materiale riservato della diplomazia Usa in suo possesso. Wikileaks aveva spiegato su Twitter di aver scelto la pubblicazione integrale dopo che un file contenente l’intero database era stato reso accessibile da un giornalista del Guardian che aveva inserito la password in un libro pubblicato nel febbraio scorso. Accuse respinte dal quotidiano britannico secondo il quale in "WikiLeaks: dentro la guerra alla segretezza di Julian Assange", era "contenuta una password solo temporanea e comunque non c’erano dettagli sulla localizzazione dei file".

Azioni irresponsabili A sua difesa, il quotidiano britannico aveva inoltre riferito che il 4 agosto scorso c’era stato un incontro "cordiale" tra Assange e Rusbridger, durante il quale il fondatore di Wikileaks non aveva "mai menzionato alcuna crepa nel sistema di sicurezza". Già ieri, il Dipartimento di Stato Usa aveva criticato le azioni "irresponsabili, sconsiderate e pericolose" del sito, affermando di essere stato avvisato della divulgazione imminente di informazioni, sottolineando tuttavia che gli appelli di Washington erano stati ignorati.  

Amnesty contro Wikileaks L’organizzazione umanitaria Amnesty International ha criticato la pubblicazione da parte di Wikileakls di tutti i cablogrammi diplomatici del governo americano ancora rimasti inediti.

"Ci dispiace che documenti che mettono a rischio persone, tra cui attivisti per i diritti umani, siano diventati pubblici", ha detto l’organizzazione al Times britannico.  

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