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Attacco al premier, Fininvest pronta al ricorso E Cicchitto: "In piazza contro il colpo di mano"

Avvocati già al lavoro per opporsi alla decisione del giudice. Il premier: "Questi attacchi mi rafforzano". Dalle manovre di Fini al grande centro di Casini ecco i gufi in agguato per ribaltare il voto. Ma il Pdl: "In piazza contro il colpo di mano"

Attacco al premier, Fininvest pronta al ricorso 
E Cicchitto: "In piazza contro il colpo di mano"

Milano - Tanto per dissipare gli scenari più clamorosi: non c’è alcuna possibilità che questa mattina e neppure domani gli ufficiali giudiziari bussino alla sede della Fininvest per pignorare quattrini o azioni per conto di Carlo De Benedetti. Che l’impatto della sentenza del tribunale di Milano - con la condanna del gruppo di Silvio Berlusconi a versare 750 milioni di risarcimento all’Ingegnere - sia potenzialmente devastante non c’è alcun dubbio. Ma prima che se ne vedano le conseguenze concrete passerà ancora un po’ di tempo. E gli avvocati del Biscione non sono ancora rassegnati al kappaò: nel ricorso in appello che si accingono a preparare, ci sarà anche la richiesta di sospendere l’efficacia della sentenza di primo grado, proprio per l’impatto irreparabile che la sua esecuzione avrebbe sull’equilibrio della Fininvest.

Intanto, però, dall’altra parte - in casa De Benedetti - si godono il successo, preparando le mosse successive. È indubitabile che se la sentenza del tribunale crea problemi enormi in casa Fininvest, pone anche la Cir di fronte a scelte non facili. La clamorosa decisione del giudice Raimondo Mesiano è un’arma in mano a De Benedetti. Sta adesso all’Ingegnere se usarla come una clava o se avviare - da posizioni di indubbia forza - una sorta di trattativa con l’avversario. De Benedetti i soldi li vuole. Ma le modalità con cui passerà all’incasso non sono scontate. E i primi segnali da via Ciovassino, sede della holding del proprietario di Repubblica, dicono che il primo approccio sarà relativamente morbido.

Nessun atto di precetto, nessun atto di forza. Appena sarà tecnicamente possibile, i legali dell’Ingegnere faranno partire una raccomandata all’indirizzo della Fininvest limitandosi a segnalare di avere in mano una sentenza esecutiva che obbliga il Biscione a pagare, e invitando Fininvest a comunicare come e quando intende assolvere questa obbligazione. Solo successivamente, in caso non arrivino risposte soddisfacenti, Cir passerà alle maniere forti: atti di precetto, e quindi pignoramento degli asset di Fininvest (cioè i pacchetti azionari di Mediaset, Mondadori, Mediolanum e Milan, più altre partecipazioni minori) fino al raggiungimento del valore.
Prima che De Benedetti possa far partire la raccomandata passerà però ancora qualche giorno. Il primo passaggio è ottenere copia esecutiva della sentenza integrale, che dovrebbe essere disponibile già oggi nella cancelleria della Decima sezione civile. Poi la sentenza dovrà passare per l’Ufficio del registro, una struttura dell’Erario che si occupa degli aspetti fiscali. Infine l’atto di precetto, dieci giorni di attesa, poi l’esecuzione.

A meno che alla Fininvest non riesca la contromossa che potrebbe ribaltare lo scenario: convincere la Corte d’appello di Milano che la sentenza di Mesiano è così debole, e così micidiale nelle sue conseguenze, da sospenderne l’efficacia.

Nel gergo degli avvocati civilisti si chiama inibitoria, ed è una misura che viene concessa assai raramente: ma è anche vero che in una causa assolutamente eccezionale - e non solo per i risvolti economici - come quella tra Cir e Fininvest, permettere a una sola sentenza, emanata da un singolo giudice, di deflagrare in tutta la sua potenza potrebbe essere considerato eccessivo anche da una Corte d’appello come quella milanese lontana dalle lusinghe del berlusconismo.

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