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Attenti ai due listini C'è il decalogo che evita le truffe

Calma piatta negli acquisti. Secondo lo studio dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulle intenzioni di acquisto delle famiglie, quest'anno la stagione degli sconti non segnerà alcuna variazione rispetto al 2015. Solo una famiglia su tre sceglierà di comprare a saldo, con una spesa di appena 116 euro, per un giro d'affari che non raggiungerà il miliardo. Se, dunque, l'economia è necessaria, attenzione all'acquisto compulsivo. Spesso, si rischia di incappare in sonore fregature piuttosto che in buoni affari, per la voglia di fare shopping o per le scritte cubitali che promettono sconti favolosi. Per questo Federconsumatori ha steso una guida antitruffa a tutela dei cittadini.

1. Occhio ai cartellini, per verificare il prezzo «prima e dopo» e il valore percentuale dello sconto dei prodotti da acquistare, che devono essere scritti in modo chiaro e ben leggibile (Dlg n. 114/98); si avrà così una prova certa del prezzo di partenza e sarà possibile valutare la reale convenienza dello sconto.

2. Non fermarsi al primo negozio che si incontra, ma confrontare i prezzi di diversi punti vendita, cercando di orientarsi verso prodotti di cui si ha reale necessità.

3. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere la merce e di negozi che applicano sconti eccessivi, pari o superiori al 60% (un buon prezzo a saldo dovrebbe aggirarsi attorno al 40% di sconto).

4. A partire da giugno 2014 i commercianti hanno l'obbligo di accettare pagamento con carte di credito o bancomat tramite POS per cifre superiori a 30 euro.

5. I prodotti a saldo devono essere di fine stagione, non degli anni passati; quelli di magazzino devono essere esposti e venduti separatamente.

6. Anche se il cambio del prodotto non è obbligatorio ma a discrezione del negoziante, conservare lo scontrino come prova di acquisto. Lo scontrino è essenziale in caso di merce fallata o non conforme poiché vincola il commerciante alle norme di legge relative alla garanzia di sostituzione o al rimborso della somma pagata.

7. I commercianti non sono obbligati a far provare i capi di abbigliamento, tuttavia meglio diffidare dei negozi in cui non è possibile farlo. Infine, se si pensa di essere vittima di una truffa, rivolgersi subito ai vigili urbani, all'ufficio comunale per il commercio o a un'associazione di consumatori.

MTiz

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