Attenti a Westwood, sta diventando devastante
26 Novembre 2009 - 10:16A Dubai vince con un ultimo giro da record di colpi. Pioggia di dollari in palio: 15 milioni tra premi e bonus Mc Gowan, 2°, ma è il re per il pubblico. Francesco Molinari: oltre un milione e mezzo di euro in questa stagione
Se gran final doveva essere il colpo è riuscito in pieno. Il Dubai World Championship, ultima prova dell’European Tour riservato ai migliori sessanta della stagione, non poteva avere debutto migliore. Campo splendido - l’Earth - disegnato da Greg Norman, con green al limite del possibile ma con buche indimenticabili, basta aver visto su Sky quella 18 con il suo «serpente» d’acqua, croce e delizia a seconda dei casi. Ha vinto Lee Westwood con un giro finale in 64 colpi (record del nuovissimo campo), un Lee Westwood a livello mondiale, dal gioco perfetto, dalla strategia impeccabile; un Lee Westwood che è votato a vincere un Major nel breve se continua sui livelli attuali. C’erano a Dubai a una barca di soldi in palio: 7 milioni e mezzo di dollari sul World Championship ed altrettanti - in bonus - per i primi quindici nell’ordine di merito finale della Race to Dubai. C’era l’atteso duello fra il giovanissimo Rory McIlroy, arrivato nell’Emirato come numero uno e Lee Westwood che lo inseguiva. Il duello c’è stato, McIlroy poteva farcela a diventare il più giovane vincitore dell’ordine di merito dopo il grande Severiano Ballesteros, ma Lee Westwood è stato devastante nell’ultimo giro, non è mancato né un fairway, né un green e la foga giovanile di McIlroy - grandissimo comunque - lo ha costretto ad accontentarsi del terzo posto e del secondo nella Race to Dubai.
La piazza d’onore del Dubai World Championship è andata al giovane Ross McGowan, recente vincitore del Madrid Masters che si è confermato giocatore di grande interesse e con un carisma da non sottovalutare. Per due giorni ha giocato con Westwood tenendogli testa senza reverenziali timori e facendo divertire il pubblico con la sua simpatia e soprattutto con un gioco foriero di prossime prestazioni di prestigio. Non sono mancati i comprimari di lusso che hanno dato credito al gran final da Padraig Harrington a quel geniaccio, mai completamente realizzato, di Sergio Garcia, alla vecchia volpe Jimenez e all’esuberante Camillo Villegas per citarne solo alcuni.
Ma per noi italiani la settimana appena trascorsa è stata ancora più importante. Con un Francesco Molinari che, solo a causa di un ultimo giro poco fortunato, è giunto 30° a Dubai ma ha terminato la stagione al 14° posto della Race to Dubai, in quota bonus, che ha portato le sue vincite nel 2009 ad oltre un milione e mezzo di euro (nota per il fisco: lordi!) e soprattutto lo ha elevato al 37° posto nel ranking mondiale.
Ma i Molinari sono due - i dioscuri del nostro golf - ed Edoardo dopo aver travolto il Challenge Tour, alla sua prima uscita sul Tour maggiore ha lasciato a bocca aperta il mondo golfistico nipponico. Invitato al Dunlop Phoenix Open, prova tra le più importanti del Japan Tour, Edoardo è stato protagonista fin dalle prime battute. È partito per le ultime 18 buche un colpo avanti a Robert Karlsson (numero 1 europeo 2008), si è fatto superare sulle prime 9 buche ma ha ritrovato il pareggio nelle seconde prima di battere lo svedese alla seconda buca di play-off. Una vittoria che la dice lunga sui progressi fatti e sulle prospettive future di Edoardo che con i 300mila euro vinti è salito al 63° posto nella classifica mondiale che penso sia un record per un giocatore che arriva dal Challenge Tour.
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