Elezioni Amministrative 2010

Aumentata l'astensione: uno su tre non ha votato

La percentuale di votanti è del 65% contro il 72% del 2005. Calo più forte nel Lazio: 10%. Più alta la partecipazione dove si è votato anche per i Comuni

Aumentata l'astensione: 
uno su tre non ha votato

Roma - Il vento dell’astensione dalla Francia ha raggiunto anche l’Italia, anche se non con le stesse proporzioni d'Oltralpe. Solo in Emilia Romagna ha votato più di due terzi dell’elettorato. Nel Lazio (dove non era presente la lista Pdl nella popolosa provincia di Roma) ha votato l’11,78% in meno rispetto al 2005.

Uno su tre non ha votato L'astensionismo complessivamente "pesa" un terzo dell'intera torta: un elettore su tre, infatti, ha deciso di non recarsi alle urne. In questa tornata elettorale l’affluenza registra una flessione di quasi 8 punti a livello nazionale rispetto alle regionali 2005, con un picco di quasi 12 punti in meno in Lazio. Le cause possono essere molte: disaffezione per la politica, disorientamento, caos liste. Sta di fatto che il risultato finale indica per le regionali un’affluenza del 64,2% misurata sulle 9 Regioni per le quali ha comunicato i dati il Viminale, contro il 72% di cinque anni fa. Se poi si estende il calcolo alle 4 regioni che hanno comunicato i dati in proprio, si scende al 63,6%.

Al voto 26,3 milioni In altre parole, tenuto conto che il corpo elettorale contava circa 40,8 milioni di potenziali elettori, circa 26,3 milioni hanno votato, altri 14,6 milioni no. Il calo è stato generalmente più contenuto al sud, come ha osservato anche il ministro Roberto Maroni, presentando i dati: la Basilicata si è ferma a -4,4, la Campania a -4,8, la Calabria a -5,2. Da segnalare che, a parte la Basilicata, dove non è mai stata in dubbio la vittoria del centrosinistra, in Campania e Calabria questa tenuta dei votanti va di pari passo con un cambio di leadership e un’affermazione del centrodestra. Ma le cifre più eclatanti arrivano dalla Toscana, che cede 10,5 punti in termini di affluenza, e soprattutto dal Lazio, che tocca il record sfiorando quota -12.

Forte calo nel Lazio Un andamento, ha osservato il ministro Maroni, che probabilmente ha risentito delle "note vicende della lista Pdl di Roma", consegnata fuori tempo ed esclusa dalle consultazioni, nonostante una raffica di ricorsi. Unico comune laziale in controtendenza, Fondi, per mesi al centro di polemiche per la richiesta, mai accolta, di scioglimento per infiltrazioni mafiose: qui l’affluenza ha toccato l’81,7% contro il precedente 75,3%. Ma complessivamente il Lazio non ha raggiunto il 61% di votanti, diventando un caso nazionale per il livello di astensionismo registrato. Le amministrative hanno risentito meno di questo fenomeno. La flessione è stata di 4 punti per le comunali, di 5 per le provinciali.

Province al voto Le Province al voto erano quattro: Imperia, Viterbo, L’Aquila, Caserta. L’affluenza media è stata del 68,3%, contro il 73,4% delle precedenti omologhe. Nel territorio dell’Aquila, dove si temeva una fuga dalle urne perché molti terremotati sono ancora lontani dai luoghi di residenza, ha votato il 64,6%, contro il 53,5% delle regionali del 2008. Nei 462 comuni interessati dalle elezioni i votanti sono stati il 74,4%.

Lazio e Roma Affluenza in netto calo nel Lazio e soprattutto a Roma. I dati sull’affluenza alle urne parlano di una flessione consistente nella regione ma soprattutto nella capitale. A Roma il dato definitivo diffuso dal sito internet del Comune di Roma è del 56,50% mentre alle precedenti comunali del 2008 alle urne era il 73,32% (maschi 74,02% femmine 73,08%). La flessione è di circa 17 punti percentuali. Più contenuto il calo rispetto alle regionali del 2005 quando la percentuali dei votanti era del 69,85%. In questo caso il calo è stato del 13% Calo di votanti anche in tutta la regione. Se ora il dato parziale è del 64,19% alle precedenti consultazioni amministrative del 2005 era del 75,56%.

Una flessione dell’11 per cento.

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